Sono sufficienti alcuni numeri per raffigurare le dimensioni del fenomeno della plastica, materiali ormai indispensabili per la vita dell’umanità sotto tutti i punti di vista, energetico, economico, sociale, igienico, ambientale, ecc..
Circa 400.000.000 tonnellate sono prodotte a livello mondiale, di cui 100.000.000 disperse in natura dalla inciviltà degli uomini.
Oltre 60.000.000 tonnellate sono prodotte in Europa di cui 10.000.000 riciclate con diverse tecnologie.
E’ sufficiente fare riferimento a quanto pubblicato, su ”Annuario socio-economico ferrarese” e sul libro “Ferrara e il suo Petrolchimico, volume secondo”, da numerosi esperti, tecnici ed economisti e recentemente sul Blob “Voci dal Petrolchimico” da competenti del settore, per avere un quadro esauriente del fenomeno.
Il riciclo della plastica rientra fra gli obiettivi dell’Economia circolare e, come dice Nello Pasquini nel Blog, “lo sviluppo economico della società dipende, in gran parte, dal patrimonio naturale che deve quindi essere impiegato in maniera oculata e soprattutto valorizzato e preservato per le generazioni future, mediante l’uso e la gestione sostenibile delle risorse”.
Tali obiettivi sono riportati nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU). La realizzazione degli obiettivi, a carattere universale, è rimessa all’impegno di tutti gli Stati : l’attuazione a livello nazionale, oltre alla dimensione economica dello sviluppo è inscindibilmente affiancata alla realizzazione degli altri due pilastri fondamentali: l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente.
“Tutto questo dovrebbe quindi renderci piuttosto scettici – aggiunge Giuseppe Ferrara, sempre sul Blog – sul fatto che le tendenze attuali possano durare ancora a lungo: non ci sono abbastanza fiumi su cui costruire altre dighe, foreste da abbattere, pesci da pescare, falde acquifere da prosciugare, terre rare da saccheggiare e per entrare nel vivo del nostro tema non sono rimasti giacimenti di petrolio a sufficienza da sfruttare per produrre direttamente energia e le basi molecolari dei materiali sintetici che stanno letteralmente trasformando il pianeta in una grande discarica”.
Diventa pertanto fondamentale garantire un riutilizzo continuo dei materiali plastici (riciclo continuo) minimizzando la quota destinata al recupero energetico e soprattutto al rifiuto.
Le grandi aziende multinazionali stanno già operando in tale direzione e anche nel Petrolchimico ferrarese sono in corso attività di Ricerca.
Ciò significa che il Petrolchimico di Ferrara sta diventando competente su tale importante attività della ricerca petrolchimica, centrale per uno sviluppo sostenibile dell’economia e può diventare un Centro mondiale della circolarità della plastica.
La plastica moderna nasce a Ferrara negli anni ’50 con il polipropilene, si sviluppa negli anni ‘80 con i processi e le tecnologie innovative e sembra abbastanza logico che possa diventare nei prossimi anni leader nel campo della circolarità della plastica.
Sembra pertanto assurdo in tale logica eliminare dal Petrolchimico una branca importante di tecnopolimeri usati per comporre una vasta gamma di articoli di uso quotidiano come prodotti medicali, parti di automobili, tessuti, colle, dolcificanti, carta e imballaggi, ecc. il cui riciclo diventa un obiettivo strategico.
Per completare le competenze sul riciclo delle materie plastiche l’Unità ferrarese della Celanese può diventare indispensabile come specializzata nel campo del riciclo e affiancare con un approccio sinergico quanto già stanno sviluppando in tale direzione le altre società del sito che operano su altri prodotti.
I tecnopolimeri rappresentano meno dell’1% del consumo mondiale di plastica, eppure sono di grande interesse commerciale a motivo della rapida crescita della loro domanda, malgrado gli scenari di crisi che hanno riguardato il comparto produttivo negli ultimi anni. L’alta redditività dei tecnopolimeri li rende estremamente interessanti per il mercato laddove buoni profitti si possono ottenere con ridotte cadenze produttive senza dover incorrere nelle problematiche tipiche della produzione di massa dei polimeri tradizionali di uso tecnico.
E allora perché non vedere nella questione Celanese l’occasione per fare decollare a Ferrara “un grande Centro mondiale della circolarità della plastica” ?