Da diversi anni l’ambiente è un argomento di cui si parla ogni giorno su tutti i mezzi di comunicazione, dai social ai mass media più importanti e diffusi. Siamo ormai tutti consapevoli della gravità degli impatti negativi che le attività umane hanno generato nel mondo in cui viviamo e soprattutto della urgenza di intervenire con sostanziali cambi di paradigmi su molti aspetti della società. L’Economia Circolare sembra poter rappresentare un modello efficace per accelerare il processo di mitigazione di questo fenomeno che se non affrontato nel brevissimo termine, rischia di lasciare un pianeta invivibile alle future generazioni.
Il testo sotto riportato descrive brevemente le motivazioni di questa tesi che dovrebbero aprire una discussione e un dibattito, coordinato dal CDS Cultura, che possano contribuire alla formazione di proposte operative anche a livello nazionale. Grazie alla sua pervasività strategica e operativa l’Economia Circolare può consentire di migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale; diventerà quindi un mega progetto sempre più importante al quale noi di “Voci dal Petrolchimico” non possiamo non partecipare da protagonisti.
Dall’Economia Lineare all’Economia Circolare
1. L’Economia Lineare
Le risorse del pianeta sono limitate,l’aumento della popolazione e la conseguente crescita dei consumi e delle produzioni di rifiuti pongono la questione delle risorse al centro del dibattito scientifico, politico e sociale. Lo sviluppo economico della società dipende, in gran parte, dal patrimonio naturale che deve quindi essere impiegato in maniera oculata e soprattutto valorizzato e preservato per le generazioni future, mediante l’uso e la gestione sostenibile delle risorse.
Dobbiamo invece prendere atto che il nostro pianeta si sta riscaldando, le specie scompaiono e le risorse da cui dipendiamo incominciano a scarseggiare. Soltanto un cambiamento del modello economico, in essere da oltre 150 anni, potrebbe rompere gli schemi dell’attuale “Economia Lineare”, erroneamente basata sull’utilizzo di risorse ritenute tradizionalmente disponibili in quantità illimitate.
Si parla di Lineare poiché terminata la fase del consumo, finisce anche il ciclo del prodotto che diventa semplicemente un rifiuto. Il sistema economico Lineare prevede infatti di prendere le materie prime, di costruire qualcosa, di usare il prodotto costruito e di gettarlo, come scarto, al termine della sua vita. In questo modo la catena economica è costretta a riprendere sempre lo stesso schema, quello del Modello Lineare:
· estrazione
· produzione
· consumo
· smaltimento
Volendo fare degli esempi, basta pensare al nostro cellulare: esce un nuovo modello? Lo compriamo e buttiamo quello vecchio. Oppure un nostro elettrodomestico non funziona più, ne compriamo uno nuovo. Così facendo, ogni volta andiamo ad intaccare una riserva di risorse naturali che, come già detto, sono limitate. Per ogni europeo vengono attualmente estratte ogni anno, nella Unione Europea, 11,5 tonnellate di materie prime e 3 vengono importate. Inoltre questo schema genera una enorme quantità di rifiuti che nella Unione Europea si aggira mediamente intorno alle 4,5 tonnellate all’anno per ogni abitante, metà delle quali finiscono in discarica.
Questo flusso di estrazione e dismissione di materia ha causato altri effetti ambientali dannosi come la contaminazione della terra e dei mari, la emissione di gas serra (responsabili del cambiamento climatico), guerre sanguinose e forti diseguaglianze sociali. Ritornando all’aspetto economico, occorre ricordare che esistono oggi molti elementi di criticità, alimentati da diversi trend negativi, a livello globale, che stanno ponendo in discussione l’ineludibilità del sistema Lineare corrente.
I prezzi dei beni tradizionalmente considerati “commodity”, incluse le risorse naturali, hanno subito un incremento pari al 150% fra il 2002 e il 2010. Alcuni esperti stimano che elementi vitali per l’industria, quali oro, argento, tungsteno, iodio, iridio e altri, potrebbero esaurirsi in brevissimo tempo, a meno che non si ripensino le modalità di sfruttamento e di utilizzo degli stessi. Sono attesi 3 miliardi di nuovi consumatori di classe media entro il 2030, che spingeranno la domanda di beni e servizi a livelli mai registrati. Volendo mantenere il modello di sfruttamento Lineare delle risorse secondo una logica di “Business as usual” e conservare quindi l’attuale standard di qualità della vita nei paesi economicamente avanzati e considerando gli sviluppi previsti nei paesi emergenti, significherebbe confrontarsi, nel giro di pochi anni, con una maggiore volatilità dei prezzi e una probabile inflazione dei beni commodity fondamentali e in particolare delle risorse naturali. Si stima che l’aumento del costo di estrazione potrà avere un impatto sui business ancora maggiore della futura riduzione della disponibilità delle risorse stesse. Già oggi il costo delle materie prime rappresenta una parte consistente del costo di produzione. Continuando con l’attuale Modello Economico, nel medio termine il nostro pianeta non sarebbe più in grado di fornire le necessarie risorse naturali e nel 2059, secondo alcune stime, occorrerebbero sei pianeti per soddisfare le loro domande. Alla luce di questi trend, da un lato molte aziende stanno iniziando a modificare il modello industriale al fine di rendere meno dipendenti sia la crescita, sia i prodotti derivati da quelle risorse che diventano sempre più scarse e dall’altro, anche i politici stanno sempre più ponendo come obiettivo la transizione dal Modello Lineare al Modello Circolare.
2. L’Economia Circolare
E’ comprensibile, da quanto abbiamo sin qui visto, che il sistema economico in essere, non può funzionare nel lungo periodo. Un modello, forse l’unico, che potrebbe modificare sensibilmente la situazione attuale è quello che viene definito come “Economia Circolare”. Si tratta di un modello di sviluppo alternativo alla cui costruzione hanno contribuito illustri architetti, designer, economisti elaborando modalità innovative per fermare lo spreco di materiali, l’inquinamento da fonti fossili, promuovendo produzioni efficienti, il riciclo, l’eco-design, l’utilizzo di energie e fonti rinnovabili. Questo modello si ispira al mondo naturale in cui non ci sono discariche e i materiali vanno e vengono: ciò che è scarto per una specie diventa alimento per un’altra. L’energia viene fornita dal sole, le cose crescono, muoiono e restituiscono i loro nutrienti al terreno. Poi tutto ricomincia di nuovo.
La definizione più diffusa di Economia Circolare è quella proposta dalla Ellen Mac Arthur Foundation:
Un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo mediante il coinvolgimento di due tipologie di materiali:
· biologici, quelli destinati ad essere integrati nella biosfera
· tecnici, destinati ad essere ri-valorizzati senza entrare nella biosfera
Gli ambiti e le modalità principali dell’Economia Circolare,si possono identificare con i seguenti 5 pilastri:
1.Input circolari : modello di produzione e utilizzo basato su input (materie prime) rinnovabili o provenienti da precedenti cicli di vita e riduzione del consumo energetico.
2.Prodotto come servizio : modello di business in cui il cliente acquista per un tempo limitato, mentre il fornitore mantiene la proprietà del prodotto, massimizzandone la vita utile e con conseguente maggiore tasso di utilizzo.
3.Piattaforme di condivisione : sistemi di gestione comune (sharing) tra più utilizzatori di beni, di prodotti o di competenze. La condivisione riduce i costi di accesso a prodotti e servizi e permette una situazione di interazione e coesione sociale.
4.Estensione della vita utile : approccio alla progettazione di un asset o di un prodotto volto ad estendere la vita utile attraverso la progettazione modulare,la riparabilità facilitata e la manutenzione preventiva.
5 .Nuovi cicli di vita : ogni soluzione finalizzata a preservare il valore di un bene al termine di un ciclo di vita grazie a: riuso, rigenerazione, riciclo, up-cycling, in sinergia con gli altri pilastri.
2.1 La sostenibilità polivalente dell’Economia Circolare
L’Economia circolare rappresenta un nuovo paradigma che si sta già affermando a ogni livello e in ogni area geografica, come una soluzione realistica per coniugare, mediante l’innovazione, la sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Si tratta infatti di un nuovo modo di fare business che implica un cambiamento culturale in particolare nei processi produttivi e nei consumi dove bisogna migliorare la gestione delle risorse naturali (efficienza),massimizzare il valore dei prodotti ed evitare la discarica, rimettendo in ciclo i materiali a fine vita. L’adozione corretta ed efficace del modello circolare consente di raggiungere una serie di risultati la maggior parte dei quali si possono ascrivere alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile secondo il criterio sotto riportato.
Sostenibilità ambientale
· Riduzione delle emissioni di gas serra/impatto sui cambiamenti climatici
· Formazione di rifiuti pressoché trascurabile
· Maggiore uso di risorse rinnovabili
· Uso oculato di risorse naturali
· Rientro in ciclo del prodotto a fine vita
Sostenibilità economica
· Riduzione dei costi di produzione
· Prodotto come servizio
· Incremento del PIL
· Creazione di vantaggi competitivi
· Creazione di nuovi business
· Rivitalizzazione di business esistenti
· Innovazione focalizzata
Sostenibilità sociale
· Aumento dei posti di lavoro
· Piattaforme di condivisione per sistemi di gestione comuni
· Migliori condizioni di vita
· Inclusività sociale e urbana
· Riduzione delle disuguaglianze
2.2 L’Economia Circolare, il principale strumento operativo di “Agenda 2030”
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGsi) dettagliati in 169 “target” o traguardi.
La realizzazione degli obiettivi, a carattere universale, è rimessa all’impegno di tutti gli Stati : l’attuazione a livello nazionale, oltre alla dimensione economica dello sviluppo è inscindibilmente affiancata alla realizzazione degli altri due pilastri fondamentali: l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente.
L’Economia Circolare può assumere il ruolo del principale strumento operativo di Agenda 2030, i cui obiettivi sono interconnessi e indivisibili, tutti direttamente o indirettamente collegati alle tre dimensioni della sostenibilità.
Questa opportunità emerge chiaramente dallo schema sotto riportato che mostra l’allineamento sinergico esistente tra Economia Circolare e Sostenibilità.
In pratica molti dei 17 Obiettivi trovano negli ambiti del modello circolare la strategia operativa per orientare la società verso la sostenibilità in linea con i dettami di Agenda 2030 ; a conferma di questa considerazione e a solo titolo esemplificativo vengono riportate alcune espressioni chiave estratte da altrettanti Obiettivi (identificabili dai rispettivi numeri) che sono direttamente collegabili ai temi più rilevanti dell’Economia Circolare:
# 7, energia a prezzo accessibile; # 8,crescita economica duratura; # 9, industrializzazione inclusiva; # 10, ridurre le disuguaglianze; #11, insediamenti urbani inclusivi; # 12 modelli sostenibili di produzione e consumo; # 13, cambiamenti climatici.
Prendiamo in considerazione, per motivi di brevità narrativa, l’obiettivo # 12:
“Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo”
Anche con il supporto dei target riportati da Agenda 2030,si può concludere che l’Obiettivo #12 indica puntualmente nella produzione e nel consumo , ovvero nell’intero sistema economico, gli ambiti di applicazione di modelli sostenibili. E’ evidente pertanto l’importanza che assumono le imprese e il mondo della produzione, il cui ruolo va rifondato, come già sostenuto precedentemente più volte, in funzione della necessità di garantire la sostenibilità. E altrettanto necessario è il cambiamento che si deve verificare nel modello di consumo, ove il comportamento dei cittadini consumatori dovranno essere maggiormente guidati da modelli di sostenibilità sociale e ambientale. Si comprende maggiormente anche come l’obiettivo 12 contempli la messa in discussione del sistema economico che si è venuto consolidando fin qui basato sul modello di economia lineare, i cui punti deboli sono già stati commentati nella prima parte di questo articolo. L’alternativa non può che consistere nel cambiare il modello di riferimento da lineare a circolare.
Tutti i 193 paesi che partecipano alla iniziativa dell’ONU, verranno monitorati ogni anno per valutare i risultati via via raggiunti da ognuno nella direzione generale e strategica indicata dall’ONU. Riteniamo che l’utilizzo del modello circolare possa catalizzare l’organizzazione di piani operativi, che tenendo conto delle specificità dei singoli paesi, siano in grado di promuoverne la transizione verso un futuro sostenibile in sinergia con altri “traguardi” di Agenda 2030 più tipicamente umanitari.
Riferimenti bibliografici/Articoli e studi consultati:
Cos’è l’Economia Circolare e Perché fa bene alle aziende
ENEA roberto.morabito@enea.it Dall’economia lineare all’economia circolare: una transizione necessaria
Ellen Macarthur Foundation: lessons
Economia Circolare: definizione ed esempi
L’Economia Circolare nell’Unione Europea
Per un futuro sostenibile ( F.Ricci conversa con E.Giovannini e P.Stefanini, Ediesse)
Agenda 2030 – UNRIC.org
Tesi laurea – Economia Circolare -Giulia D’Alessandro, 2017
Tesi laurea – Economia Circolare-Stefania Micoli, 2017