[cs_content][cs_element_section _id=”1″ ][cs_element_layout_row _id=”2″ ][cs_element_layout_column _id=”3″ ][cs_element_image _id=”4″ ][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][/cs_element_section][cs_element_section _id=”5″ ][cs_element_layout_row _id=”6″ ][cs_element_layout_column _id=”7″ ][cs_element_headline _id=”8″ ][cs_content_seo]VIOLENZA
ECONOMICA
gli atti\n\nNell’ambito delle iniziative promosse
in occasione del 25 novembre,
giornata internazionale per l’eliminazione
della violenza contro le donne\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][cs_element_layout_column _id=”9″ ][cs_element_text _id=”10″ ][cs_content_seo]I risultati del percorso progettuale sviluppato dal 13 novembre all’11 dicembre 2020

A cura di CDS Cultura e Centro Donna Giustizia

In collaborazione con UDI, CGIL, CISL e UIL

Patrocinii: ASviS, Comune e Provincia di Ferrara e Regione Emilia Romagna\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][cs_element_layout_column _id=”11″ ][cs_element_image _id=”12″ ][cs_element_image _id=”13″ ][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][cs_element_layout_row _id=”14″ ][cs_element_layout_column _id=”15″ ][cs_element_image _id=”16″ ][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][/cs_element_section][cs_element_section _id=”17″ ][cs_element_layout_row _id=”18″ ][cs_element_layout_column _id=”19″ ][cs_element_headline _id=”20″ ][cs_content_seo]Sommario\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][cs_element_layout_column _id=”21″ ][cs_element_text _id=”22″ ][cs_content_seo]Apertura del percorso progettato

di Nicola Minarelli

Presentazione e apertura dei lavori

di Cinzia Bracci e Paola Castagnotto

Presentazione – «Istruzioni per l’uso» – Raccordo e coerenza

di Annalisa Ferrari

Gli atti – tematiche

Violenza economica: una “storia” che parte da lontano
La violenza come risultato di un gap culturale: il peso degli stereotipi – Conciliazione VS condivisione.
Imprenditorialità vs imprenditività: regole vs creatività
Lavoro e smart working: evoluzione o involuzione?
La violenza economica sulle donne: lavoro – welfare – diritti.
Analisi, riflessioni e azioni ai tempi del coronavirus

E intanto nel territorio

«I confini (e i limiti) del nuovo welfare»
conversazione con Nicoletta Tranquillo Co-Fondatrice di Kilowatt
Una conversazione con i Segretari Confederali di CGIL/CISL/UIL
«Fondi Regionali Europei»: intercettarli sarà difficile? Qual è la strategia del governo della regione?
Conversazione con Caterina Brancaleoni Responsabile del servizio coordinamento politiche europee – Regione Emilia-Romagna
Un approccio di genere al diritto. Lavoro e contrasto delle discriminazioni
Conversazione con Laura Calafà – Docente di Diritto del Lavoro – Università Verona

Documenti degli atti
Relatrici e relatori

Cronologia degli incontri
Bibliografia
Ringraziamenti
\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][/cs_element_section][cs_element_section _id=”23″ ][cs_element_layout_row _id=”24″ ][cs_element_layout_column _id=”25″ ][cs_element_headline _id=”26″ ][cs_content_seo]Apertura del
percorso progettato\n\ndi Nicola MinarelliPresidente Provincia di Ferrara\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][cs_element_layout_column _id=”27″ ][cs_element_text _id=”28″ ][cs_content_seo]’Quando si parla di violenza economica, si tende a fare riferimento a rapporti familiari e alla sfera delle relazioni più strette. Sembra un argomento difficile da inquadrare al di fuori degli equilibri/squilibri di coppia.
Per me però non può essere così.
Le donne, tendenzialmente, hanno meno risorse economiche e ridotte possibilità di scelta: l’aspetto economico è uno dei deterrenti più forti ai percorsi di emancipazione. Le Istituzioni dovrebbero garantire un reddito di libertà – già istituito in Sardegna – per le vittime di violenza fisica o psicologica, dopo aver ricevuto protezione dai centri antiviolenza. Solo così sarà eliminata la convinzione di non avere un’alternativa alla relazione violenta o a farvi ritorno per l’impossibilità di raggiungere una propria autonomia e sussistenza economica.
Più da vicino, come amministratore locale, so che un altro spazio per agire c’è.
Penso ai criteri che nei bandi per l’assegnazione di beni o risorse (dall’alloggio ai servizi educativi, ma non solo) devono tenere conto del fattore “donna”, delle specificità dei nuclei familiari monogenitoriali, della disparità di accesso e trattamento per chi ha un’occupazione.
Ma penso ancora più in generale ad una costante attenzione al superamento di stereotipi e abbattimento di barriere che ancora purtroppo esistono: un processo culturale da proporre e supportare nella quotidianità come condizione per una comunità più democratica ed evoluta.
Questo non basta. Va rafforzata la presenza femminile nel mondo del lavoro. Con posizioni e retribuzioni eque e un sistema di welfare che le sostenga appieno. Con la pandemia il gap di genere è ulteriormente esploso.
In Emilia-Romagna nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima ci sono risorse mai viste prima per migliorare la condizione quantitativa e qualitativa del lavoro femminile. Con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dobbiamo aspettarci un cambiamento ancora più profondo, un progetto di trasformazione pensato per una società e un sistema più giusti per tutte e tutti.\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][/cs_element_section][cs_element_section _id=”29″ ][cs_element_layout_row _id=”30″ ][cs_element_layout_column _id=”31″ ][cs_element_headline _id=”32″ ][cs_content_seo]Presentazione
e apertura lavori\n\ndi Cinzia BracciPresidente Cds Cultura OdVe Paola CastagnottoPresidente Centro Donna Giustizia\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][cs_element_layout_column _id=”33″ ][cs_element_quote _id=”34″ ][cs_content_seo]”Mulieres in ecclesiis taceant, non enim permittitur eis loqui”
“Le donne tacciano in pubblico, che non sia permesso a loro di parlare”\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”35″ ][cs_content_seo]“Reciprocità”: è la prima delle parole chiave che ci viene alla mente per identificare ruolo e obiettivi dell’impegno delle associazioni culturali, di volontariato sociale e i centri antiviolenza, ma il “Prendersi cura” è subito a ridosso, con alcune valenze in più: il vigore della politica, la riflessione più ampia sulla sostenibilità, l’interconnessione sfera privata-dimensione collettiva, l’esigenza di un dialogo costante, aperto e condiviso.

Alla base di tutto, l’architrave non solo semantica ma fattivamente concreta data dallo scambio di informazioni, esperienze, confronti e conoscenze agite per far crescere una cultura del mutualismo, delle pari opportunità, della valorizzazione delle differenze, dell’azione precisa, concertata e supportata dalle e con le Istituzioni.

Propositi che non sempre raggiungono l’obiettivo.

Nel panorama attuale offerto dal nostro territorio, a parte alcune eccezioni, non sembra presente la volontà di convergere,  su obiettivi comuni, l’energia necessaria per catalizzare e potenziare bisogni e risorse precise.

Prevale su tutto, troppo spesso, l’esigenza di puntare all’individualismo e al perseguimento di una mal interpretata idea di “identità” associativa.

E’ quello che NON abbiamo cercato di fare con il progetto sulla violenza economica: Cds Cultura OdV e Centro Donna Giustizia hanno pensato prima di tutto al comune obiettivo, poi a come raggiungerlo con le energie e le conoscenze presenti, raggiungendo, come conseguenza logica, l’emersione della specifica e singolare caratteristica identitaria e statutaria di cui le due realtà associative sono espressione.

La sperimentazione di questa modalità di condivisione progettuale, sperimentazione che è risultata positiva, sia pubblicamente per il risultato raggiunto in termini di riscontro e di interesse suscitato, sia internamente per la reciproca “crescita” sull’analisi effettuata sul tema-base della violenza economica affrontato con le più diverse chiavi di lettura, ha aperto le porte ad un innovato modo di affrontare queste tematiche: in maniera complessa e trasversale.

L’abbiamo imparato camminando, passo dopo passo, di fianco al relatore e alle tante relatrici intervenute oltre alle tante persone con le quali siamo entrate in contatto e che ci hanno supportato con testimonianze e riflessioni.

L’abbiamo imparato camminando sulla strada asfaltata a fianco delle diverse esperte ed esperti coinvolti, ma anche camminando, tenendoci strette, sul sentiero sterrato e scivoloso dei “protagonismi sottotraccia”, facendoli emergere e superandone le asperità con la lettura politica dell’ottica di genere, efficace grimaldello capace di scardinare e sparigliare stereotipi e convinzioni limitanti, specie se profondi e acquisite.

Il lavoro su “gli atti” a conclusione del percorso progettuale che qui apriamo, vuole anche segnare un positivo e potente punto di partenza per collaborazioni e condivisioni future.
E’ questo il proposito che ci sentiamo all’unisono di condividere e di perseguire.\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][/cs_element_section][cs_element_section _id=”36″ ][cs_element_layout_row _id=”37″ ][cs_element_layout_column _id=”38″ ][cs_element_headline _id=”39″ ][cs_content_seo]Istruzioni per l’uso:
raccordo e coerenza
\n\ndi Annalisa FerrariDirettivo Cds Cultura OdV\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][cs_element_layout_column _id=”40″ ][cs_element_text _id=”41″ ][cs_content_seo]Cds Cultura OdV e Centro Donna Giustizia: una sinergia di impegni condivisi per le celebrazioni del 25 novembre, Giornata Internazionale per  l’eliminazione della violenza contro le donne, che le due Associazioni interpretano con un focus mirato sulla violenza economica.
Cds Cultura, a vocazione prevalentemente socio economica, e il Centro Donna Giustizia, impegnata nella prevenzione e nel contrasto delle violenze sulle donne, hanno deciso di unire il proprio impegno e focalizzare la propria specifica competenza su un aspetto spesso sottovalutato della violenza: quella economica, e lo fanno promuovendo una riflessione con il respiro di cinque incontri di approfondimento, un convegno e alcune interviste territoriali.
La violenza contro le donne, non è solo violenza fisica, psicologica  e sessuale, ma è anche economica, quando nelle relazioni intime e familiari è privazione di autonomia finanziaria, quando nel “pubblico-sociale” è evidenza di disparità salariale, quando è persistenza stereotipi che marginalizzano il ruolo delle donne e  l’allontanamento dal mondo del lavoro e ne precarizzano l’autonomia economica, quando è “ritorno naturale al mondo della casa”.
La violenza economica ha l’aspetto di un prisma dalle molteplici sfaccettature: politiche, sociali, giuridiche, finanziarie, amministrative, imprenditoriali, famigliari, alla cui base permangono pregiudizi, stereotipi e convinzioni limitanti che relegano la donna ad un ruolo marginale e subalterno, in cui la comune matrice culturale silenzia la sua voce e rende invisibile la sua presenza.
In ambito economico la violenza che si manifesta contro le donne è la meno indagata e la meno monitorata perché il sistema economico in generale ha una struttura patriarcale incapace di comprendere, riconoscere, accogliere e valorizzare il sapere e la competenza delle donne, anzi è causa>effetto di discriminazione.
E’ necessario quindi partire da qui, dalla consapevolezza della necessità di un cambiamento in termini di abitudini sociali: nel pensiero, nel linguaggio, nella condivisione di un maggior  protagonismo delle donne per raggiungere anche in ambito economico, un riconoscimento che affranchi dalla marginalità e renda evidente la esposizione alle violenze che questo clima culturale genera.
Il primo passo è prenderne consapevolezza: da qui infatti parte questo progetto.
Con i patrocini di ASviS, Comune e Provincia di Ferrara e Regione Emilia-Romagna e in collaborazione con UDI e CGIL, CISL e UIL, le due associazioni Cds Cultura OdV e Centro Donna Giustizia, si impegnano ad attirare l’attenzione, con riflessioni e testimonianze, su questo particolare aspetto della violenza, il cui contrasto può essere attuato non solo sul un piano relazionale tra maschile e femminile, ma anche e soprattutto su un piano più ampio di carattere culturale che comprenda le politiche sociali, la formazione non solo scolastica, l’organizzazione del mercato del lavoro, l’urgenza di maggior competenza finanziaria e di innovazione.
Ma soprattutto un cambio di passo in termini di cultura sociale ed economica.
Gli atti del progetto complessivo, che qui si aprono, raccontano di un programma che ha perseguito l’ambizione di cogliere riflessioni, suggerimenti, azioni che relatrici e relatori hanno apportato in una serie di eventi proposti dal 13 novembre all’11 dicembre 2020, presentati su piattaforma Zoom nel rispetto delle normative vigenti in tema di COVID-19, in diretta social e approdo su YouTube.
Ecco come le Presidenti delle due Associazioni, ideatrici del progetto e in partnership per la sua realizzazione, aprono i lavori e spiegano genesi, motivi e obiettivi di questo impegno:dal link del video ascoltiamo le parole della Presidente Cds Cultura OdV, Cinzia Bracci che brevemente illustra il progetto complessivo e gli “attori” principali dal minuto 0:21 al minuto 3:34\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”42″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”43″ ][cs_content_seo]A questa introduzione fa seguire la vera e propria presentazione dell’Associazione Cds Cultura, raccontandone origini e attualità: dal minuto 3:46 al minuto 5:36 e ancora dal minuto 5:56 al minuto 7:10.\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”44″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”45″ ][cs_content_seo]Nella sua apertura-lavori, Cinzia Bracci passa poi a parlare dell’impegno di Cds Cultura in tema di parità di genere, impegno che si è espresso con la pubblicazione di due brochure, ad integrazione dell’Annuario Socio Economico Ferrarese 2020, su “Obiettivo 5= Parità di genere”: dal minuto 7:10 al minuto 9:35.\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”46″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”47″ ][cs_content_seo]Questo impegno che si è focalizzato su tre postulati di indagine: lavoro, rappresentanza, violenza, costituisce il volano per affrontare con aggiornamento e competenza il progetto sulla violenza economica.
La conclusione è affidata ad un augurio e un proponimento che, come un viatico beneaugurante, la Presidente Bracci auspica ci accompagni in questo impegno: un richiamo alla GENTILEZZA, che in questa giornata del 13 novembre,  se ne celebra il valore internazionale e universale: dal minuto 11:58 al minuto 13:01\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”48″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”49″ ][cs_content_seo]Alle parole di Cinzia Bracci, fanno seguito quelle di Paola Castagnotto, Presidente del Centro Donna Giustizia, che presenta sé stessa e il Centro Antiviolenza Donna Giustizia, precisando i motivi della condivisione progettuale che stanno alla base del comune impegno nel contrasto alla violenza sulle donne, con il focus, come è stato detto, sulla violenza economica. Dal minuto 14:19 al minuto 19:26\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”50″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”51″ ][cs_content_seo]Paola Castagnotto affida l’apertura dei lavori e la sua presentazione, alle parole di Tina Anselmi, richiamandone la grande determinazione civile e morale dalle cui parole, qui riportate integralmente, traspaiono determinazione e lucida analisi che in questo momento ci fanno da sprone e da insegnamento:
“Forse è azzardato o radicale dire che gli uomini hanno fallito. Ma certo non si può non tener conto che la crisi attuale della nostra società che è di valori, di rappresentanza, addirittura di democrazia, sia la crisi di un modello di una gestione nella quale le donne sono state assenti o marginali.
Vogliamo dunque esserci perché la ricchezza della società è nel valorizzare il contributo di ogni persona e ogni persona ha il diritto/dovere di dare il suo contributo alla crescita della società”.
Paola Castagnotto prosegue sottolineando l’importanza di affrontare l’argomento “violenza economica” in un momento in cui la recessione non può che aggravare una criticità già  pesante, non solo del mercato, ma a cascata, anche  sociale delle donne. Il richiamo alla Convenzione siglata ormai dieci anni orsono a Istanbul è quanto mai opportuno per ricondurre a norme ed impegni un percorso che, anche se ora registra limiti e defezioni non deve interrompersi, ma proseguire con più determinazione e con più forza e trarre incentivo dai successivi atti di indirizzo europeo, uno per tutti, l’Agenda 2030.
Della ratifica della Convenzione di Istanbul, Paola Castagnotto ricorda l’impegno sottoscritto in ambito economico, laddove “ci obbliga a prendere delle misure per promuovere l’empowerment e l’indipendenza economica delle donne che subiscono violenza” ricordando che per la prima volta viene citata la violenza economica come “componente del controllo coercitivo imposto alle donne da uomini violenti” (art. 3 ratificato dalla Convenzione di Istanbul).
Le parole di Paola Castagnotto descrivono  ora l’interrelazione strettissima che esiste tra violenza economica e l’attuale situazione socio-economico-culturale del nostro paese. Le connessioni sono strettissime se le leggiamo nell’ottica delle diseguaglianze. Già l’Agenzia Europea dei Diritti Fondamentali nel 2014 ha rilevato che donne che subiscono violenze sono quelle più esposte alle difficoltà economiche; come conseguenza, in un momento come questo, se sommiamo deprivazione personale che la violenza subita comporta, alla recessione economica generale, è estremamente evidente una situazione di disuguaglianza delle donne nel mondo del lavoro, e le due cose rappresentano  l’esatto contrario di quell’empowerment a cui faceva riferimento la Convenzione di Istanbul.
E capiamo come le disuguaglianze diventino sia causa che conseguenza  della violenza.
Ma ascoltiamo dalla sua viva voce: dal minuto 20:38 al minuto 23:13\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”52″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”53″ ][cs_content_seo]La riflessione della Presidente del Centro Donna Giustizia, dopo una panoramica sullo scenario complessivo delle violenze contro la donna, oggi maggiormente penalizzante per l’impatto con la pandemia e il lockdown, focalizza dati e testimonianze sulla violenza nella realtà locale, anticipando sinteticamente quanto, in maniera più dettagliata, illustrerà nel consueto Report che ogni anno, il Centro Antiviolenza che presiede, redige sulla base dell’aggiornamento della situazione “contrasto alla violenza” nel nostro territorio..“Le donne che subiscono violenza sono più esposte alle difficoltà economiche” e “nel nostro territorio nei primi dieci mesi del 2020 su 224 donne accolte, 36 sono diventate disoccupate a causa delle violenze subite. Sul fronte reddito: il 29% ha un reddito insufficiente, il 25% inesistente”.
Ascoltiamola: dal minuto 23:40 al minuto 28:20 \n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”54″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”55” ][cs_content_seo]Tutti i Centri della rete D.i.R.e, alla quale appartiene il Centro Donna Giustizia di Ferrara hanno affrontato questa specificità della violenza economica. Ascoltiamo la posizione espressa sul loro sito, della Casa delle Donne Maltrattate di Milano
Da “La violenza economica” di Casa Delle Donne Maltrattate:
“Si fatica ancora a riconoscerla e affrontarla: il denaro è tabù e parlarne collegandolo alla sfera dei sentimenti può sembrare sconveniente. Al contrario, individuare le proprie soluzioni di vita autonome consente alle donne di raggiungere gli obiettivi desiderati, superando situazioni di violenza economica, con maggiore facilità.
Avere una propria autonomia economica e finanziaria, per le donne che intraprendono i percorsi di uscita dalla violenza e dal maltrattamento, consente di raggiungere più facilmente il loro obiettivo.
È sempre accompagnata dall’abuso psicologico: la vittima, privata della sua indipendenza finanziaria, sviluppa una relazione di dipendenza dal partner che la porta a perdere fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità.
Nel fenomeno è possibile riscontrare quattro gradi di gravità crescente:

la donna è apparentemente coinvolta nella gestione dell’economia familiare, ma vi è un sostanziale monopolio maschile su decisioni e firme in ambito finanziario;
viene “riconosciuto” alla donna un compenso periodico, ma si esercita il controllo sulla sua gestione pretendendo rendiconti dettagliati;
si impedisce alla vittima di fare qualunque tipo di acquisto, compresi farmaci e cure mediche;
viene dilapidato il capitale di famiglia all’insaputa della compagna oppure si intasca il denaro in previsione della separazione o la si obbliga a firmare assegni scoperti, fare da prestanome, etc.

Il danno che ne deriva non riguarda soltanto le vittime, ma si ripercuote sull’economia nazionale: l’agenzia europea Eurofond riferisce che “il costo complessivo per l’Italia della sottoutilizzazione del capitale umano femminile è pari a 88 miliardi di euro, cioè al 5,7% del Pil”.
In Italia, purtroppo, manca una specifica norma dedicata alla violenza economica. Trattandosi di una forma di violenza domestica, l’abuso finanziario rientra, come tutela penale, nel reato di “maltrattamenti in famiglia”, come tutela civile si traduce in provvedimenti cautelari.
Tutti strumenti inadeguati per una violenza “invisibile”, ma non per questo meno pericolosa.”\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”56″ ][cs_content_seo]A completezza della presentazione dell’impianto progettuale, ecco di seguito le locandine delle 6 iniziative che raccontano graficamente contenuti, date e protagoniste.\n\n[/cs_content_seo][cs_element_layout_row_2 _id=”57″ ][cs_element_layout_column_2 _id=”58″ ][cs_element_image _id=”59″ ][/cs_element_layout_column_2][cs_element_layout_column_2 _id=”60″ ][cs_element_image _id=”61″ ][/cs_element_layout_column_2][cs_element_layout_column_2 _id=”62″ ][cs_element_image _id=”63″ ][/cs_element_layout_column_2][/cs_element_layout_row_2][cs_element_layout_row_2 _id=”64″ ][cs_element_layout_column_2 _id=”65″ ][cs_element_image _id=”66″ ][/cs_element_layout_column_2][cs_element_layout_column_2 _id=”67″ ][cs_element_image _id=”68″ ][/cs_element_layout_column_2][cs_element_layout_column_2 _id=”69″ ] [/cs_element_layout_column_2][/cs_element_layout_row_2][cs_element_text _id=”70″ ][cs_content_seo]ISTRUZIONI PER L’USO
Prima di entrare nel pieno del resoconto complessivo dei vari momenti di questa lunga maratona progettuale, è necessario un passaggio esplicativo sulla modalità di fruizione che si è deciso di adottare, per comprenderne al meglio il  senso e l’obiettivo.
Gli “atti” presentano oltre alle sezioni tradizionali (indice, presentazione, materiale documentale, bibliografia, elenco relatrici/relatori, credits), due sezioni di cui una, “aree tematiche”, è il cuore del progetto la cui modalità di fruizione è raccontata nelle “istruzioni” che seguono, l’altra che abbiamo chiamato “…e intanto nel territorio”  è una “finestra” che guarda, attraverso interviste, ai bandi regionali, ad un “welfare” attivato da una start up innovativa, alle riflessioni dei sindacati confederali e ai diritti delle donne.
 …e intanto nel territorio

I confini (e i limiti) del nuovo welfare conversazione con Nicoletta Tranquillo Co-Fondatrice di Kilowatt
Una conversazione con i Segretari Confederali di CGIL/CISL/UIL
«Fondi Regionali Europei»: intercettarli sarà difficile? Qual è la strategia del governo della regione? Conversazione con Caterina Brancaleoni Responsabile del servizio coordinamento politiche europee – Regione Emilia-Romagna
“Un approccio di genere al diritto. Lavoro e contrasto alle discriminazioni” Conversazione con Laura Calafà – Docente di Diritto del Lavoro Università di Verona

Una sezione di arricchimento che vuole allargare lo sguardo al qui e ora, al contingente e alla concretezza con una proposta di fare rete tra mondi diversi che sappiano parlarsi più di quanto non succeda.
Le “istruzioni per l’uso” della sezione “aree tematiche”:
Abbiamo chiamato così le modalità per accedere agli atti di questi incontri, perché la loro consultazione necessita di una spiegazione di orientamento: l’ordine è rivolto agli argomenti e non al resoconto fedele e contestuale sviluppatosi nei vari incontri, per cui, è facile trovare riflessioni in tema di smart working, non solo nell’incontro dell’11 dicembre, a questo dedicato, ma anche nell’evento del 13 novembre, dedicato alla presentazione della brochure sul «Goal 5 = Parità di Genere», così come di “discriminazione ed emarginazione sul fronte lavorativo” si parla non solo nel convegno del 21 novembre, ma anche nelle due presentazioni di libri della sociologa Graziella Priulla e della storica e saggista Alessandra Pescarolo.
Solo il Convegno del 21 novembre è raccontato fedelmente, nella sua completezza e senza “interferenze”.
Si è cercato di raccogliere, estrapolandole arditamente  (ma non così arditamente da farci negare autorizzazione alla pubblicazione da parte delle relatrici) tutte le considerazioni espresse sui vari temi che via via sono stati affrontati, e che ricordiamo, tra i più ricorrenti: rappresentanza, violenza, lavoro, diritti, stereotipi culturali.
Una raccolta di riflessioni, che si confida sia propedeutica a future AZIONI.
Ad arricchire il tutto, il clicca qui, che rimanda al video, nel momento contestuale di cui si sta trattando.
Alla luce di quanto descritto, non saranno presentati i report dei singoli eventi (questi, nel caso si potranno leggere, vedere e ascoltare nella sezione COMUNICAZIONE che comprende comunicati stampa, report di ogni singolo evento e link di accesso a you tube), ma ne saranno raggruppate, per argomento, le riflessioni emerse complessivamente da tutti gli incontri e che, a questo punto, abbiamo arbitrariamente suddiviso così:
Le aree tematiche
* Violenza economica: una “storia” che parte da lontano
*La violenza anche come risultato di un gap culturale: il peso degli stereotipi – Conciliazione vs Condivisione   
* Imprenditoria vs imprenditività: regole vs creatività   
* Lavoro e smart working: evoluzione o involuzione?    
* La violenza economica sulle donne: lavoro – welfare – diritti.  Analisi, riflessioni e azioni ai tempi del coronavirus
 
Il filo rosso del raccordo e della coerenza
Entrando nel merito di questo progetto, è necessario a questo punto illustrarne i capisaldi, i motivi cioè di raccordo e di coerenza che stanno alla base dell’impianto progettuale.
Tre elementi prioritari costituiscono il raccordo e la coerenza:

l’elemento di contrasto alla violenza sulle donne, presente maggiormente nel Centro Antiviolenza Donna Giustizia
il focus in chiave economica, presente maggiormente nell’Associazione Cds Cultura OdV
il richiamo alla “Parità di Genere del Goal 5”, obiettivo di ASviS, che unitamente agli altri 16 obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’ONU, persegue e fa propri come elementi identitari alla base dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

In capo al Gruppo di lavoro del Cds Cultura OdV, il compito di raccordare e rendere visibile questo filo rosso, questa architrave progettuale dell’impegno che qui si sta avviando.
Ecco la spiegazione del raccordo tra i vari elementi: dal min 42:22 al minuto 45:00\n\n[/cs_content_seo][cs_element_content_area_modal _id=”71″ ][cs_content_seo]\n\nGUARDA IL VIDEO\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”72″ ][cs_content_seo]che qui viene brevemente riepilogata:
“Come è stato detto nelle presentazioni iniziali il Cds Cultura OdV quest’anno ha declinato la 33esima edizione del suo storico Annuario Socio Economico, nei 17 Goal di Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile, un piano di azione globale da realizzarsi entro il 2030, orientato ad una cultura della sostenibilità ad ampio spettro, sottoscritto a livello globale da tutti i 193 paesi membri ONU.
Ad uno dei 17 goal, il goal 5 sulla Parità di Genere, il Cds Cultura OdV ha dedicato un impegno supplementare, ritenendo che la parità di genere sia un obiettivo da raggiungere con gli strumenti della cultura e dell’economia e il Centro Antiviolenza Donna Giustizia, che focalizza il suo impegno nel contrasto alla violenza, ha ritenuto condividere questo stesso assunto, nella convinzione che la violenza economica non è altro che uno dei tanti aspetti in cui la violenza contro le donne, si manifesta”.
ASviS*, che ha dato il patrocinio non solo a questo progetto, ma all’Annuario Socio Economico 2020, analogamente persegue lo stesso obiettivo, vero elemento di raccordo così descritto: “Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze”  non come elemento singolo, ma come elemento trasversale tra tutti gli altri obiettivi dell’agenda, impossibile da non collegare allo sviluppo economico, all’ambiente, alla formazione, al contrasto delle diseguaglianze.
Ecco quindi il motivo per cui abbiamo inaugurato questo ciclo di incontri che vede la sinergia tra le due Associazioni e ASviS, con la presentazione della brochure che si richiama alla parità di genere: perché  abbiamo voluto richiamare in tre parole chiave il senso del nostro approfondimento: lavoro, rappresentanza e violenza, elementi che trasversalmente toccano tutto il nostro quotidiano e sono alla base degli obiettivi di tutte e tre le realtà qui rappresentate.\n\n[/cs_content_seo][cs_element_text _id=”73” ][cs_content_seo]-*ASviS, che è l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile si è fatta promotrice del raggiungimento degli obiettivi che compongono il programma di Agenda 2030. ASviS è  nata il 3 febbraio del 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata” per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza di questa Alleanza che ad oggi conta 270 tra associazioni, imprese e organismi vari.\n\n[/cs_content_seo][/cs_element_layout_column][/cs_element_layout_row][/cs_element_section][/cs_content]