Pubblichiamo l’articolo di Laura Crippa, dott.ssa Tirocinante presso la Biblioteca di Giurisprudenza e il Centro di Documentazione Europea dell’Università di Ferrara, resoconto dell’iniziativa del 14 marzo scorso organizzata dal CDE Unife.
Verso le elezioni europee 2024: un report dell’incontro destinato ai giovani.
di Laura Crippa
Il 14 marzo 2024 dalle ore 11 alle ore 13, presso l’Aula Magna del Dipartimento di studi Umanistici dell’Università di Ferrara a Palazzo Turchi di Bagno, si è tenuto l’incontro “Verso le elezioni europee 2024: il Parlamento e le altre istituzioni dell’UE”. Organizzato dal Centro di Documentazione Europea dell’Università di Ferrara, in collaborazione con la Rappresentanza in Italia dell’Unione europea e facente parte del progetto della rete nazionale dei CDE sulle elezioni europee, l’evento era destinato a studenti e studentesse delle scuole superiori al fine di prepararli all’appuntamento con il voto l’8 e il 9 giugno. Vi hanno partecipato tre classi del “Liceo Ariosto” di Ferrara, due appartenenti all’indirizzo Economico-sociale, mentre la terza a quello Linguistico. L’incontro aveva anche lo scopo di essere preparatorio al dibattito regionale con i Parlamentari europei organizzato da Euractiv Italia in collaborazione con il Corriere della Sera nel quadro del progetto Vote4EU, finanziato dal Parlamento Europeo e tenutosi il 19/03/2024 dalle 11 alle 13 presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bologna. Quest’ultima iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Università di Bologna, lo Europe Direct di Bologna, Il Centro di Documentazione europea dell’Università di Ferrara, il Movimento Federalista Europeo, l’Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
L’incontro si è aperto con l’introduzione della dott.ssa Sophia Salmaso, referente del CDE di Unife, concernente una breve presentazione del CDE e delle sue attività, tra le quali ha in particolare sottolineato il concorso “Europa: competenze per il futuro”. Aperto fino al 25 marzo 2024 e facente parte del progetto 2023/2024 “Anno Europeo delle competenze”, realizzato con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il concorso punta a consentire di esprimere in maniera creativa le proprie competenze, stimolando i partecipanti a prendere piena coscienza non solo delle proprie skills, ma anche dell’inevitabile sovrapposizione e costante comunicazione di queste ultime, persino e soprattutto se attinenti ad ambiti diversi. Possono partecipare studentesse e studenti (singoli o in gruppi di massimo due componenti) inviando un elaborato scritto o multimediale a cde@unife.it, in cui sia spiegato come migliorare una o più delle otto competenze per l’apprendimento permanente individuate nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018.
Relatore dell’iniziativa è stato il prof. Jacopo Alberti, docente di Diritto dell’Unione Europea presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo ferrarese, il quale ha subito chiarito il significato del titolo scelto per l’evento ponendo l’accento sulla necessità di ampliare la tematica trattata per non limitarsi alla spiegazione del funzionamento del solo Parlamento Europeo. Questo perché tale istituzione, nella sua composizione e nella sua funzione, non può essere pienamente compresa se non inserita all’interno della macchina regolatoria dell’UE, ossia dell’insieme delle varie istituzioni che compongono l’Unione Europea nel suo complesso. Una macchina che spesso è fraintesa e poco conosciuta a causa di una comunicazione non sempre efficace da parte della stessa Unione.
Tuttavia, prima di addentrarsi nella selva oscura del funzionamento dell’UE, il prof. Alberti ha espresso l’esigenza di chiarire due problemi che coinvolgono l’essenza dell’Unione Europea:
- l’UE è un soggetto in continua evoluzione;
- l’UE non è uno Stato.
Relativamente alla prima problematica, da un punto di vista giuridico, infatti, quando si parla di Unione Europea si fa riferimento a un’organizzazione sovranazionale. Già nel trattato costitutivo della CECA, firmato a Parigi il 18 aprile 1951 ed entrato in vigore il 23 luglio 1952, emergeva il proposito della futura (e attuale) Unione Europea, ossia la creazione di un’unione sempre più stretta tra i Paesi. Rispetto al raggiungimento di quest’agognata meta si prospettano così tre possibili approcci: proseguire il cammino, interromperlo e/o procedere a ritroso, non considerare la sovranità. La terza direzione prefigura la risoluzione dei problemi comuni ai vari Paesi dell’Europa, tramite un approccio funzionalista, al fine di arrivare a stabilire un unico popolo europeo, un’identità europea, per sanare la difficoltà relativa alle sovranità delle singole nazioni. L’incoerenza e l’inefficienza europea, quindi, spesso usate come arma per screditare l’UE, sono dovute al fatto che quest’ultima è un soggetto sempre in continuo mutamento che va aiutato a raggiungere l’obiettivo sopra menzionato. Intimamente connesso alla problematica precedente è il secondo punto. Trattandosi di un’organizzazione internazionale, il funzionamento dell’Unione non può essere giudicato con gli stessi parametri con cui si giudicano i singoli Stati. Come il prof. Alberti ha evidenziato con un suggestivo riferimento al filosofo austriaco Wittgenstein, le idee sono come occhiali le cui lenti falsano la visione; guardando l’Unione Europea attraverso le lenti del proprio Stato-nazione si commette l’errore di analizzare una realtà con strumenti inadeguati.
Terminata la premessa, il prof. Alberti ha continuato il proprio intervento offrendo uno spaccato della macchina dell’Unione, cioè entrando nel merito del funzionamento della stessa da un punto di vista regolatorio. All’art. 13 del Trattato sulla UE, primo comma, sono elencate le istituzioni dell’Unione: il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione europea, la Corte di giustizia dell’Unione europea, la Banca centrale europea e la Corte dei conti.
Il prof. Alberti ha spiegato la composizione del Consiglio Europeo (27 Capi di Stato dei Paesi membri, un Presidente fisso eletto a maggioranza qualificata, il cui mandato dura 2 anni e mezzo ed è rinnovabile una sola volta, e il Presidente della Commissione Europea), nonché la sua funzione. Si tratta infatti di un’istituzione che gestisce le altre, trova un compromesso tra gli Stati e prende decisioni. Tuttavia, il Consiglio Europeo non si occupa dei dettagli tecnici delle proprie decisioni, ad esempio a quali condizioni verranno applicate, che vengono così affidati ad altre istituzioni.
L’excursus tecnico è proseguito con la Commissione Europea, il soggetto che traduce l’indirizzo politico, l’idea del Consiglio in una specifica proposta di atto. La proposta è poi presentata al:
- Parlamento europeo (prima nominato Assemblea parlamentare europea), istituzione che ha guadagnato nel tempo sempre più poteri fino a raggiungere un peso particolarmente importante;
- Consiglio (un tempo Consiglio dei ministri), composto da ministri competenti in una materia. Più propriamente si dovrebbe parlare di Consigli al plurale, essendovi un totale di dieci settori. Ogni Stato sceglie da chi farsi rappresentare.
Insieme le due istituzioni decidono ed emanano regolamenti e direttive.
Conclusa la sezione tecnica dell’intervento concernente il funzionamento della macchina dell’UE, il Prof. Alberti ha proseguito trattando di tutta una serie di altri organismi che attorniano il triangolo istituzionale, lo assistono e lo completano. In particolare, ha nominato gli organismi consultivi, la cui finalità è portare expertise tecnico-scientifica al triangolo legislativo. In effetti, rispetto agli inizi in cui quest’ultimo aveva una natura nettamente tecnica, nel tempo è diventato sempre più politico e ha così “perso” conoscenze specifico-tecniche iperspecializzate. Gli organismi consultivi, composti da autorità indipendenti e competenti in settori scientifici forniscono, quindi, tali competenze tecniche al triangolo istituzionale. L’autorità indipendente modello è la BCE, Banca Centrale Europea, che governa il settore monetario.
In seguito, il professore ha esposto una breve panoramica sulla BCE, nella quale ha evidenziato la decisione di affidare ad un’autorità indipendente il governo della moneta poiché la gestione di quest’ultima è alla base del consenso e la classe politica potrebbe abusare di tale potere per perseguire i propri interessi. Il docente ha risposto poi a un quesito di uno studente riguardante i Paesi che non hanno aderito all’Euro, specificando che questi non sono di competenza della BCE, che al contrario si occupa solo dei Paesi aderenti alla moneta unica.
Il Prof. Alberti ha poi presentato un’overview sulle elezioni al Parlamento europeo. Mostrando un grafico interattivo sul sito del Parlamento europeo con riportati i seggi dello stesso, il docente ha spiegato che a ogni Stato è attribuito un numero di eurodeputati proporzionalmente digressivo, vale a dire che i Paesi più popolosi hanno un numero maggiore di eurodeputati in Parlamento. Tuttavia, la proporzionalità non è diretta, innanzitutto perché sarebbe impossibile rispecchiare i numeri effettivi, ossia servirebbe un numero eccessivamente elevato di seggi. Inoltre, gli Stati meno popolosi avrebbero un numero talmente ridotto di eurodeputati da non riuscire ad avere sufficiente peso e rappresentatività politica. Al fine di evitare questo, si attribuisce un coefficiente di seggi per consentire a ogni Stato di portare una ricchezza di vedute. L’intervento è proseguito informando gli studenti sulle modalità di voto.
Infine, il professore ha lasciato spazio alle domande degli studenti, cogliendo l’interesse verso la Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) per spiegare la peculiarità del settore: invero, gli Stati hanno ceduto parzialmente la propria sovranità nazionale, ma nel farlo si sono tutelati. Dal momento che le decisioni vengono prese votando all’unanimità si presenta così una problematica: il veto (soprattutto quello reiterato) di alcuni Paesi, che talvolta ha generato e continua a generare vere e proprie battaglie diplomatiche. L’incontro è terminato ricordando agli studenti e alle studentesse l’importanza di documentarsi sulle elezioni parlamentari, sul Parlamento Europeo e, più in generale, sulle istituzioni dell’Unione Europea e le loro funzioni in modo da esprimere un voto consapevole.