L’articolo di Giuseppe Ferrara (La Ricerca lineare e l’Economia circolare) pubblicato nel Blog della scorsa settimana, ha suscitato interesse per l’acutezza della esposizione e per l’argomento, quello dell’Economia Circolare, che ci appassiona da diverso tempo.
La notizia della conferma del trasferimento in Germania, con una iniziativa industriale, dei risultati della Ricerca sviluppata a Ferrara presso il Centro Giulio Natta, seppure già nota da diversi mesi, ha risollevato l’amarezza per la incapacità di cogliere le opportunità messe a disposizione da un potenziale scientifico e tecnologico di livello mondiale.
Vico Correggioli, ingegnere, già tecnologo presso il Petrolchimico di Ferrara, ci ha inviato un breve testo a commento dell’articolo, che volentieri pubblichiamo.
Vico ci aveva già fatto una segnalazione sull’argomento Covid 19, nel gennaio del 2022, riportando documentazioni nelle quali si affermava che “centinaia, forse migliaia di ricercatori avevano lavorato da almeno sessanta anni e stavano lavorando tuttora per la messa a punto di un vaccino sempre più idoneo”.
Il Paese è lento, inchiodato da beghe e da personaggi non preparati al futuro, di Vico Correggioli
La domanda perché LyondellBasell andrà a costruire in Germania un impianto di recupero plastica e non in Italia va fatta o andava fatta alla ditta stessa.
La decisione di LyondellBasell pone le seguenti considerazioni:
- l’azienda ha interpellato qualcuno in Italia senza ricevere risposte adeguate e se si chi è questo personaggio/ente?
- l’azienda ha escluso a priori l’Italia per motivi, che sarebbe importante sapere?
Mi viene in mente il pensiero, ovviamente non dimostrabile in modo certo, che in Germania l’impianto di recupero plastica lo faranno in tempi brevissimi e magari con qualche altra agevolazione (impensabile da noi).
Se il cracking di Porto Marghera fosse rimasto operativo penso che non sarebbe servito a niente. È il paese che è lento, inchiodato da beghe e da personaggi non preparati al futuro. Gli Altri lo sanno bene e sfruttano le opportunità. Il grande riciclo di plastica italiano finirà oltre le Alpi (almeno questo) con notevoli emissioni di CO2.