Dopo Sean Connery è doveroso, con grande dispiacere, ricordare anche Gigi Proietti, scomparso a qualche giorno di distanza dall’attore scozzese.
Un Gigante del Teatro, Gigi Proietti, che però ha lasciato nel Cinema tante significative interpretazioni che gli spettatori difficilmente dimenticheranno, alcune delle quali rimarranno nella Storia del cinema italiano.
Il riferimento è soprattutto al personaggio di Mandrake da lui portato sullo schermo nel 1976 con “Febbre da cavallo” di Steno che ha avuto poi un sequel nel “2002 con “Febbre da cavallo – La mandrakata” diretto da Carlo Vanzina, figlio di Stefano Vanzina, in arte Steno.
Lo vediamo in azione, soprattutto, all’ippodromo di Tor di Valle, con altri due amici (Enrico Montesano e Felice Roversi) accomunati dalla passione delle scommesse ippiche, costretti a inventare stratagemmi e raggiri di ogni genere per raggranellare denaro per sovvenzionare la loro costosa, e fallimentare, passione: Proietti è Bruno Fioretti, indossatore e aspirante attore detto Mandrake in onore del famoso personaggio dei fumetti; Montesano è Armando Pelliccia, ex driver disoccupato, detto er Pomata; Francesco De Rosa è Roversi, guardiano di macchine abusivo.
Un film che all’epoca ebbe tiepidi incassi ma che nel tempo divenne un Cult della commedia leggera, tanto che nel 2002 il figlio di Steno, Carlo Vanzina con la collaborazione del fratello Enrico, ne diresse il sequel “Febbre da cavallo – La mandrakata” che fu un successo al botteghino.
La sua ironica comicità la si ricorda anche in altri film dei fratelli Vanzina come “Le barzellette” (2004), “Un’estate al mare”(2008) e “La vita è una cosa meravigliosa” (2010). Da ricordare poi anche in film drammatici come “La Tosca” (1973) di Luigi Magni, dove impersona il pittore Cavaradossi , che insieme all’amante Tosca ( Monica Vitti) dà rifugio al patriota Cesare Angelotti (Umberto Orsini) fuggito dal carcere di Castel Sant’Angelo e ricercato dalla polizia pontificia.
Ed in altri ruoli importanti che ha avuto dopo il suo ruolo di protagonista nel film di Tinto Brass “L’urlo” ( 1970): interpretava “Coso”, un uomo con il quale una ragazza, abbandonato il fidanzato, fugge in un viaggio intessuto di stravaganti avventure.
Mario Monicelli lo volle in “Brancaleone e le crociate”(1970) ma anche in “La mortadella” (1971), Marcello Ciorciolini gli fece impersonare “Meo Patacca” nel suo film del 1972 , Pupi Avati gli diede in “Bordella” (1976) il ruolo di Ivanhoe, un maniaco sessuale ingaggiato da una multinazionale americana per organizzare, insieme ad altri, un “bordello” a favore delle milanesi pruriginose e Sergio Citti lo volle sia in “Casotto” (1977) che in “Due pezzi di pane” (1979).
E’ anche in “Un matrimonio” (1978) del regista americano Robert Altman. Di lui è ancora vivo il ricordo del suo ruolo di Mangiafuoco” nel “Pinocchio” (2019) di Matteo Garrone. E ce lo riporterà alla memoria l’ultimo film interpretato “Io sono Babbo Natale” di Edoardo Falcone, previsto per le prossime feste natalizie.
Una carriera prestigiosa la sua, con l’attivo quasi cinquanta film, che il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani ha premiato con un “Nastro d’Argento” nel 2018, dopo che nel 2003 gliene aveva attribuito un altro per la sua indimenticabile interpretazione di Mandrake, quello della “Febbre da cavallo”.
E con all’attivo una quarantina di ruoli in sceneggiati televisivi dove, soprattutto, quelli dell’Avvocato Antonio Porta e del Maresciallo Rocca gli hanno reso grande popolarità.
“E’ morto il Re di Roma “ echeggiava, nel giorno dei suoi funerali, nelle strade di Roma , significative nella vita del grande mattatore Gigi Proietti, che venivano attraversate dal carro funebre con la sua bara per avviarsi al Globe Theatre di stile elisabettiano , a Villa Borghese”, da lui voluto e che adesso porterà il suo nome, ad imperitura memoria.