In questa breve nota non si discutono le scelte industriali della multinazionale americana nei confronti dell’unità produttiva ferrarese, ma le modalità attraverso cui sono state prese e comunicate le decisioni: è anche un fattore etico oltre che di relazioni civili.
Saremo ingenui, ma chiudere uno stabilimento altamente produttivo con 90 persone, altrettanto altamente competenti, che vengono di fatto lasciate a casa in un territorio economicamente debole come il nostro, con un semplice comunicato stampa di ringraziamento, sembra veramente assurdo oltre che scorretto.
La decisione di Celanese è stata resa pubblica il 28 luglio u.s. in occasione della diffusione dei dati economici riferiti al primo semestre del 2020 che, negli Stati Uniti, le aziende quotate in borsa hanno l’obbligo di redigere.
La scelta di concentrare tutto su Forlì, come Polo europeo di sviluppo (speriamo sia vero che l’azienda intende svilupparsi in Italia), era stata evidentemente decisa molto prima.
L’azienda avrebbe potuto rapportarsi con il territorio e le sue istituzioni, Ferrara e Forlì distano un centinaio di chilometri e sono nella stessa Regione, e costruire un percorso condiviso che tenesse conto sia degli interessi dei lavoratori che della necessità di non depauperare il contenuto tecnologico di un territorio (L’unità di Ferrara è all’interno di un Petrolchimico, esiste a Ferrara una importante Università, ecc.) … peraltro in linea con la scelta di fare un “European Compounding Center of Excellence”, in Romagna.
Sul sito dell’azienda si legge che, nonostante la crisi causata dal Covid e la conseguente caduta della domanda, Celanese è comunque riuscita a contenere gli impatti negativi, generando al contrario fatturati positivi nel periodo gennaio – giugno 2020, unitamente a grandi flussi di cassa, anche per effetto della cessione di una società controllata.
Nel 2019 inoltre è stata la prima azienda al mondo del suo settore per utile netto maturato e compete sul mercato con colossi americani e cinesi, tra cui Union Carbide.
Nella compagine azionaria ci sono 100 fondi di investimento che negli ultimi anni hanno sempre guadagnato, in particolare quello più importante (Blackstone) detiene il 15% del pacchetto azionario di Celanese Corporation e nel 2019 ha maturato utili netti per quasi 4 miliardi di dollari. Per quanto riguarda inoltre le aziende italiane di Celanese, dal 2010 fino al 2018 (ultimo dato di bilancio disponibile) hanno fornito sempre risultati positivi, hanno incrementato i ricavi e l’azienda ha sempre generato utili ed elevati flussi di cassa.
Non sono mancate neppure le iniziative di filantropia, di cui negli Stati Uniti sono molto fieri, avendo donato 4,4 milioni di dollari nel 2019.
Ci è stato ribattuto ironicamente, “è il capitalismo, bellezza !!!”, però non crediamo che questo comportamento sia utile neppure per il Capitalismo.