Così appare ancora Ferrara con meno nebbia del passato ma nebbioso il suo futuro anche perché i conflitti geopolitici assegnano alle aree deboli europee e italiane uno scenario in declino.
Siamo passati dalla prosperità diffusa dei primi 30 anni del dopoguerra, al declino degli ultimi 30 anni. Sviluppo ed eguaglianza nei primi 30 anni del dopoguerra e declino e disuguaglianza negli ultimi 30 anni dove anche solo per salari e redditi abbiamo avuto dal 2000 al 2022 una perdita di salario reale per il 70% degli Americani ed Italiani.
Scenari futuri di probabile: de-globalizzazione, declino del dollaro e mondo multipolare. Soffriranno di più le Aree deboli europee.
La grande sfida è l’Intelligenza Artificiale: 1. sorveglianza e automazione o 2. intelligenza utile per arricchire le mansioni di lavoro e avere più salario. Attenzione perché le innovazioni nella storia hanno sempre peggiorato la condizione dei più…se non c’è regolazione. Così è avvenuto in UK con la rivoluzione industriale dal 1730 al 1840 e in Usa dal 1870 al 1910. Poi quando sono arrivati i sindacati e contro poteri la prosperità si è diffusa. Bene quindi il recente IA Act della UE, ma siamo solo all’inizio.
Effetti negativi già in atto sulla Germania e i territori italiani anche «dinamici». Non dimentichiamo che stiamo usando il PNRR, cioè risorse straordinarie maggiori del Piano Marshall e che il 65% sono prestiti a debito.
Cresce l’occupazione in Italia (non a Ferrara), uno dei pochi dati positivi, ma per via del PNRR. Se si guarda però il monte ore retribuito è in calo e il numero degli occupati cresce perché crescono part-time e contratti brevi. Il rischio del PNRR è dover spendere troppi soldi in fretta e causare a fine periodo (2026-27) uno shock.
Tasso di Occupazione salito a 61,5 (ma cresce anche perché il denominatore la popolazione 20-64 anni cala) ed è sotto 15 punti dalle aree forti del Nord Europa e quindi mancano 4 milioni di occupati per raggiungere il TdO per esempio della Germania o Gran Bretagna.
Pericoli di stagnazione + inflazione e ulteriore aumento disuguaglianze sociali ma anche territoriali: la provincia di Ferrara nel 2022 sul 2021 vede un calo di occupati di 4mila unità (2mila circa nella città, 2mila nel resto della provincia) rispetto, per esempio, a +6.500 nel Trentino. Tra le 106 province italiane siamo al 6° ultimo posto. Calo anche delle presenze turistiche in città sul 2019.
Nonostante Pnrr il Pil crescerà nel 2023 e 2024 di 0,7% e 0,6% (senza Pnrr saremmo in recessione più della Germania) e la qualità della vita peggiora
1. ECONOMIA INDIVIDUALE (Reddito in calo, affitto, mutui e costo della casa in crescita,…)
2. WELFARE (Sanità/Anni di buona vita, Scuola, Pensioni, Servizi, Cultura, Infrastrutture,…) tutti in calo o stabili
3. EFFETTI INDESIDERATI (Criminalità, Inquinamento, Disuguaglianze, Congestione stradale, % Poveri, Sottoccupazione, Morti sul lavoro, Stress, Solitudine, Qualità delle Relazioni umane e delle Comunità, Tempo dedicato al lavoro vs cultura-hobby…), tutti in peggioramento.
Un futuro migliore c’è se è diverso e sostenibile: la lumaca evita di creare un’altra spirale perché non sarebbe più in grado di camminare.
«Lavorare» tutti/e (donne incluse) ma con meno ore come nel positivo accordo Luxottica (part-time senior e pieno tempo per giovani assunti…come diciamo da anni) che favorisce tutti: imprese, produttività, rilancio aziendale, giovani, senior e meno spese per lo Stato.
- Nonostante il declino mancherà la manodopera anche a Ferrara
- Disuguaglianze crescenti perché Eredità e Patrimoni de ricchi crescono con la finanza +4% all’anno, mentre Pil e redditi di chi sta in basso +1% (se va bene).
- COP 28 decreta finalmente fine fossili al 2050 (carbone, gas, oil), grandi e complesse riconversioni.
- Direzioni (anche per business): Ridurre impronta ecologica e produzioni sostenibili.
- Natura & Local.
- I soldi non saranno più la vera ricchezza. Oltre un certo livello ogni variabile si rovescia nel suo contrario (Gregory Bateson).
Manifattura Ferrarese in crescita di Ricavi e Profitti nel decennio 2013-2023.
Come in tutta Italia nel 2022 e 1° semestre 2023 le Imprese crescono anche a Ferrara anche se 1/3 sono sottocapitalizzate.
- Nelle prime 100 aziende con sede in provincia di Ferrara dal 2013 al 2022 l’occupazione è cresciuta come nelle altre province limitrofe: 23.260 addetti (2022) + 7.057 rispetto ai 16.203 del 2013.Dal 2020 al 2023, gli addetti sono cresciuti di altri 3.710 addetti. Non abbiamo dati per piccole e artigiani e altri settori.
- Ci sono però aziende in crisi (Berco in ristrutturazione: 2013-2022 -714 addetti (1520 al 2022 vs 2.234 2013); Stellantis (ex Vm Motori) 1.220 addetti nel 2019 a 600 nel 2023. Altre in forte crescita: LTE (+400 addetti), Bonifiche Ferraresi (+600), Brodolini (+400).
- Bene aziende area Sipro (Ostellato) e basso ferrarese (Conserve Italia, Komatsu, via PNRR per alti investimenti).
- Il Petrolchimico (1.900 addetti) stabile, ma rischia un declino. Dipende dagli investimenti di Basell ed Eni. Dopo la chiusura del cracking Marghera le condizioni sono molto incerte: Basell ha già chiuso Brindisi (47 addetti, dopo Terni) e si sta spostando più sulla vendita di tecnologie, mentre Versalis/Eni sono anni che vuole uscire dalla chimica di base per concentrarsi sulla chimica verde: ultime partnership e acquisizioni (es. Novamont per chimica verde) e con Borealis per la produzione di energie alternative. Entrambe le società stanno investendo sul riciclo chimico e meccanico: ma Basell fa la ricerca qui e produce in Germania, mentre Versalis investe a Mantova e Marghera e non a Ferrara. Mentre nel petrolchimico di Ravenna Eni si è focalizzata sull’energy tramite il progetto di captazione della CO2.
- Hera ha indebolito il progetto Geotermia che prevedeva di portare dal 37% delle case al 45% nel 2021 e realizza a Modena con Snam un polo per Idrogeno (20 Mln investimento).
Future e crescenti Criticità nel trovare personale. In aree forti come Trentino dal 2021 al 2022 è salita dal 40% al 48% la criticità nel reperire personale in un contesto di crescita di occupati, di crescita di popolazione e alto tasso di natalità 8,0. Idem per Bologna e Modena che drenano giovani da Ferrara.
- Ma ciò avverrà anche a Ferrara, seppure con un calo di abitanti, calo di occupati e basso tasso di natalità 5,5…ci sarà criticità come nel Trentino perché pur essendoci meno occupati e meno dinamicità, ci sono meno giovani e sono state abbandonate le buone prassi di transizione dei giovani dallo studio al lavoro. Forte calo anche della popolazione in età di lavoro senior (45-64 anni) per cui ancora più importante sarebbe il part-time senior e assunzione di giovani a tempo pieno come in Luxottica.
Università sempre più iscritti (26mila vs 30mila), 81% fuori sede (max Italia) ma non esiste la città universitaria che potrebbe essere un enorme tesoro con studentati diffusi, nuovi servizi per gli universitari fuori sede, riprendere la transizione al lavoro, aumentare le iscrizioni dall’estero con corsi in inglese e burocrazia per visti efficiente. In alternativa crescerà ancora drammaticamente la perdita di laureati (in Italia dal 28% al 45,7% emigrano estero dal 2012-2022).
- Mancano anche azioni di raccordo con le imprese locali.
Povertà in crescita, Evasione fiscale Ferrara Comune circa 190 milioni all’anno.
Dichiarazioni dei redditi nel Comune nel 2020 (persone fisiche)…solo 3,5% oltre 75mila…
Purtroppo il Comune di Ferrara ha soppresso tutte le statistiche che erano un fiore all’occhiello del Comune in Italia fino al 2019, da allora non abbiamo più dati locali su occupati, poveri, redditi., etc.…L’informazione fa parte della democrazia, un pre requisito anche per prendere buone decisioni.
Ci sono più posti in asili e mense e tempo pieno e con le ingenti risorse del Pnrr (12 milioni) per ristrutturare una decina di scuole…ma che rischiano di rimanere senza studenti…
Scenari auspicabili:
- Transitare dalla «nuova religione» del massimo profitto (per pochi) alla prosperità diffusa…la «mano invisibile» del libero mercato non si vede per cui bisogna passare alle “Compartecipazioni del profitto”.
- Non pensare che solo i settori privati siano efficienti, in alcuni settori lo è invece di più il pubblico: sanità, energia,…. I monopoli-oligopoli sono sempre dannosi –lo disse anche Adam Smith- ed è meglio (in quei casi) la presenza del Pubblico
- Regolare Intelligenza Artificiale perché sia utile ad arricchire mansioni e salari, se è solo sorveglianza e automazione va combattuta.
- Riformare la Finanza (che guida il mondo), anche con banche pubbliche (che non abbiamo)
- Autority per le multinazionali e oligopoli almeno (come nel 1870-1910)…
- CO2 salita a 423 ppm rispetto a 180-280 degli ultimi 420mila anni: +2 gradi a fine secolo, evitare almeno 2,5-3 gradi.
- Temperatura corporea diminuita in 100 anni di -0,4 a 37,4 gradi.
- Usare Scienza & tecnologie ma anche cambiamenti radicali negli stili di vita, di consumo, di produzione (economia circolare).
Mortalità in eccesso nei Paesi UE primi 9 mesi 2023: Italy+1,1%; 2020 +15,7; 2021 +9,9; 2022 +10,1, ma in molti paesi europei nel 2023 rimane altissima.
Una nuova Società e nuove Politiche che non si vedono.
- Difendere la Sanità pubblica e territoriale (medicina di prossimità e delle cure primarie, medicina preventiva e del lavoro, la buona Italia degli anni ’70 e ’80)
- Scuola: una carenza drammatica di docenti e di idee: rinnovare la pedagogia, apprendere dalle buone pratiche, dalla scuola all’aperto, integrare l’Istruzione con la Sperimentazione, fare bene l’alternanza scuola-lavoro con un docente ad hoc, percorsi di transizione al lavoro per neo-laureati, Autority indipendente che valuta tutte le scuole (pubbliche e private),….
- Pensioni: passare ovunque al part-time senior (ultimi 3 anni di lavoro) e inserimento full time giovani (vedi Luxottica)
- Creare comunità locali dentro lo sfacelo sociale e nuovi lavori sostenibili e anche nuovi servizi: attrarre imprese sostenibili, qualificare quelle che ci sono, nuovi servizi per città universitaria e cittadini biblioteca degli attrezzi, car-sharing, città in 15 minuti, gas, elettricità con tariffe come acqua, iva differenziate x inquinamento, servizi e agricoltura bio ad alta occupazione, contrastare anche con l’Iva l’onanismo consumista…
si pensa global ma si vive local.