Mi occupo di Venezia dal 1968: ero stato delegato a rappresentare l’Istituto di Geologia dell’Università di Ferrara (diretto allora dal prof. Piero Leonardi, veneziano appunto) in una commissione che stava studiando la possibilità di realizzare una metropolitana tra Mestre, la stazione di S.Lucìa, la Riva degli Schiavoni e il Lido.
Molti la consideravano una cosa impossibile, perché “Venezia è in mezzo all’acqua”. Invece sarebbe stato più facile che a Milano, dove la metropolitana è stata fatta dentro a strati di ghiaie totalmente saturi d’acqua; a Venezia, sottoterra, di acqua ce n’è meno.
Non se ne fece nulla; io però sono rimasto del parere che sarebbe stata una buona idea. Già allora Venezia stava affondando; il principale imputato era l’emungimento di acque sotterranee praticato a Porto Marghera, ma io ritengo che una buona parte dell’abbassamento sia dovuto all’azione di martellamento prodotto dalle eliche dei vaporetti e dei motoscafi. Azione che ancor oggi continua, e Venezia continua ad abbassarsi.
Ma i tempi non erano favorevoli; era stato realizzato da poco il Canale dei Petroli e la metropolitana sembrava iscriversi nello stesso quadro di snaturamento della città. Venezia si è poi snaturata da sola, trasferendo la più gran parte della sua vita sulla terraferma. Un trasferimento che forse la metropolitana avrebbe potuto impedire.
(l’immagine è di Comacchio, la “piccola Venezia” nel Parco del Delta del Po).