Su segnalazione della Prof.ssa Gianna Borghesani, Presidente del Garden Club Ferrara, riportiamo con soddisfazione un intervento del Prof. Vincenzo Balzani, Chimico, Professore Emerito presso l’Università di Bologna.
Ci sono troppi poteri, interessi più o meno forti che frenano la transizione, di Vincenzo Balzani
Cara Gianna,
provo a rispondere alla domanda della tua amica: …iniziative CONCRETE europee, italiane, dell’Emilia-Romagna, ferraresi per contrastare l’”esaurimento” del pianeta e il NOSTRO concentratissimo inquinamento?
L’unione europea ha lanciato un bel programma intitolato Recovery Fund o, meglio, Next Generation EU: Si propone di ridurre produzione di CO2 e inquinamento mediante lo sviluppo delle energie rinnovabili.
In Italia arriverà una montagna di soldi che in teoria dovrebbero servire per la transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.
L’Italia
Conte in estate ha convocato gli Stati Generali per sentire il parere di molti, me compreso, per decidere come spenderli. Purtroppo, ha sentito pochi scienziati e molti industriali, ciascuno dei quali era un portatore di interessi particolari. Aggiungi il fatto che lo stato italiano non ha una burocrazia agile, capace di organizzare dei piani di spesa.
Ecco allora che Conte ha pensato di affidarsi alle grandi industrie del paese che hanno una loro efficienza organizzativa. Sarebbe stata una buona idea, se non che queste grandi industrie sono legate al passato: Eni, Snam. Saipem, in parte anche Enel ecc.; cioè hanno sempre lavorato e hanno grossi interessi nel campo dei combustibili fossili, che dovremmo smettere di usare.
In particolare, Eni, che in Italia comanda più di molti ministri e che porta avanti la politica estera italiana (vedi caso Regeni e vendita di armi all’Egitto) dice che bisogna andare verso le energie rinnovabili, ma continua a cercare ed estrarre petrolio e gas in tutto il mondo.
Eni finanzia, direttamente o indirettamente, giornali con pagine e pagine di pubblicità accattivante, con una operazione che in inglese si chiamerebbe greenwashing.
Agli Stati Generali, dopo il mio intervento in favore dello sviluppo delle energie rinnovabili, Conte ha fatto una conferenza stampa nella quale ha elogiato il piano di Eni di costruire a Ravenna un impianto (CCS) per catturare l’anidride carbonica (causa dei cambiamenti climatici; ma non le sostanze inquinanti) e così andare avanti con i combustibili fossili.
Le Regioni
Le Regioni, che vogliono autonomia dallo stato centrale, in realtà sono ancora più arretrate sul problema energetico. La nostra regione ha lanciato recentemente un Patto per il Lavoro e il Clima. Anche qui in teoria ascoltano tutti, poi fanno quello che vogliono.
Con alcuni colleghi abbiamo cercato di far capire che non si può concedere a Eni di fare a Ravenna un impianto CCS. Su questo argomento allego un documento per spiegarmi meglio. Non siamo ascoltati.
Città metropolitana di Bologna
Ho fatto parte di un piccolo comitato di esperti riguardo il problema mobilità. Abbiamo insistito moltissimo sulla necessità di passare dai trasporti pubblici su gomma a quelli su rotaia, di non fare nuove autostrade o nuove corsie in quelle esistenti, di limitare specialmente il traffico pesante su gomma, di facilitare l’uso delle biciclette, di chiudere alle auto il centro, delle città, …. qualcosa si è ottenuto (tutto ancora da fare però) con grandi fatiche.
La situazione è descritta bene dal titolo di un articolo apparso tempo fa su La Stampa: “Il futuro (le energie rinnovabili e pulite) è già arrivato, ma il passato (i combustibili fossili) non vuole passare”. Ci sono troppi poteri, interessi più o meno forti che frenano la transizione.
Scusa, scusate la fretta con cui ho fatto questo sconsolato riassunto.
Un caro saluto, Vincenzo