La Legge di Bilancio 2021, modificata in Commissione alla Camera, contiene l’attesa proroga dell’Ecobonus al 110%. L’agevolazione si applica fino al 30 giugno 2022 ma, in alcuni specifici casi, la proroga è al 31 dicembre 2022, o perfino al 30 giungo 2023.
Grazie al Superbonus al 110% chi esegue una ristrutturazione può contare su una detrazione del 110% delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che riducono il rischio sismico.
Con l’approvazione del Parlamento il Governo italiano spende una quota considerevole del bilancio a favore dell’efficientamento energetico delle abitazioni e mette in moto una serie di attività professionali (Amministratori, progettisti, esecutori, artigiani, fornitori, ecc.) che dovrebbero contribuire a fare ripartire l’economia.
Per i proprietari delle case e degli appartamenti tale intervento è gratuito, anche se inibisce la possibilità di altri sconti fiscali per 10 anni e ciò favorisce, soprattutto nei condomini di grandi dimensioni in periferia, l’apatia degli fruitori finali di tale benefit nei confronti dei progetti realizzativi.
Ciò può determinare, in mancanza di un esame critico dei progetti, provocato dal fatto che “è tutto gratis” , una sottovalutazione di alcune possibili conseguenze quali, ad esempio, il fatto che il passaggio dalla pietra a vista alla parete intonacata, (per la realizzazione del famoso “cappotto”) non evidenzia solo problematiche di ordine estetico ma può modificare in modo determinante l’impatto con il territorio, l’aumento del grado di umidità interno alla casa, l’insorgere di muffe sulla superficie esterna delle abitazioni, ecc.
Italia Nostra di Ferrara, d’altra parte, ha già espresso profonda preoccupazione per il rischio che delibere inadeguate della giunta Comunale (Esempio la Delibera di Giunta del Comune di Ferrara GC-2020-396 – Linee guida per interventi di efficientamento energetico) modifichi negativamente nei prossimi anni l’aspetto di una parte consistente degli edifici del Centro storico di Ferrara (edifici che, nel loro insieme, presentano valori tali da meritare il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità” da parte dell’Unesco) e degli edifici storici del forese.
Sull’argomento vorremmo aprire un dibattito, partendo dallo scambio di lettere intercorso nello scorso mese di novembre, fra la sezione di Italia Nostra di Ferrara e l’Amministrazione Comunale, che riportiamo di seguito.
Lettera di Italia Nostra, sezione di Ferrara, all’Amministrazione comunale di Ferrara
Ferrara, 11 novembre 2020
OSSERVAZIONI alla delibera di Giunta del Comune di Ferrara GC-2020-396
Linee guida per interventi di efficientamento energetico.
Italia Nostra esprime profonda preoccupazione per il rischio che una semplice delibera di Giunta Comunale modifichi negativamente nei prossimi anni l’aspetto di una parte consistente degli edifici del centro storico di Ferrara (edifici che, nel loro insieme, presentano valori tali meritare il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità” da parte dell’Unesco) e degli edifici storici del forese.
La necessità della delibera nasce, secondo la Giunta, dal Titolo VI art.119 della legge 77/2020 “incentivi per l’efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”.
In fase di gestazione di tale legge, di fronte alla possibilità di un incentivo generalizzato ai rivestimenti a cappotto degli edifici, Italia Nostra segnalava ai Ministeri competenti il rischio che il decreto, senza chiarimenti specifici, potesse creare danni gravi all’edilizia storica del nostro paese. Si faceva presente che nelle facciate degli edifici storici sono comunemente presenti elementi costruttivi e decorativi di pregio quali cornici, cornicioni, bancali, portali, modanature, lesene, fasce marcapiano che rischiano di scomparire o di essere ridicolizzati a causa di rivestimenti a cappotto eseguiti senza discernimento. L’Associazione richiedeva che il testo definitivo della legge escludesse esplicitamente i prospetti degli edifici storici da rivestimenti a cappotto, sia quelli soggetti a vincolo sia quelli compresi in categorie di intervento di tipo conservativo nella pianificazione urbanistica locale.
Il testo della legge, in effetti, al comma 2 dell’art.119, ha tenuto conto di questa osservazione consentendo la possibilità di detrazione al 110% per interventi di efficientamento energetico anche se non eseguiti congiuntamente agli interventi trainanti (quale appunto il rivestimento a cappotto) negli edifici soggetti a vincolo e quando questi interventi sono vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali.
Per Ferrara sarebbe bastato semplicemente continuare ad applicare alla lettera quanto già prevede l’art. 68 del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUE) con l’ausilio dell’ottima circolare contenente le linee guida per l’istruttoria delle pratiche del 30 giugno 2016. Tale applicazione ha finora giustamente limitato, in un contesto delicato come quello del nostro centro storico, ad una casistica ristretta e particolare l’esecuzione di rivestimenti a cappotto nelle facciate e di impianti fotovoltaici sui tetti tradizionali.
La delibera di Giunta parte da due presupposti assolutamente condivisibili (già contenuti nella circolare sopra richiamata):
– “… non si può disconoscere che tali interventi, riferiti ad una città storica, quale è Ferrara, tutta oggetto di un riconoscimento di Tutela Unesco, non possano semplicemente applicarsi per il solo fine di generare energia rinnovabile”
– – “ il Bene Centro storico è ben più importante nella sua componente di intera città storica da tutelare, rispetto all’obiettivo di dotare i singoli edifici di impianti FER (fonte energia rinnovabile) e di sistemi passivi quali cappotti, intonaci isolanti e altro”,
per procedere nella direzione opposta.
Il testo delle delibera infatti, che non brilla certo per chiarezza, pur richiamando i contenuti dell’art.68 del RUE, ignora i dettami restrittivi della legge 77/2020 sopra richiamati e liberalizza di fatto gli interventi di rivestimento a cappotto e di installazione di pannelli fotovoltaici negli edifici storici identificati nella normativa del RUE di classe 3 e di classe 4, che costituiscono la maggior parte degli edifici presenti nel centro storico della città e nelle zone storiche del forese. E’ bene ricordare che alla classe 3 appartengono gli “edifici e manufatti storici significativi per tipologia, struttura e morfologia”, che “costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell’insediamento storico”. “Tali edifici sono assoggettati a intervento di restauro e risanamento conservativo”. Alla classe 4 appartengono invece “edifici con fronti esterni di pregio storico testimoniale” comprendenti “unità edilizie, prevalentemente del ‘900,” che ”costituiscono testimonianza storica delle modalità compositive e costruttive del periodo.” Per questi edifici il regolamento prevede “interventi di restauro e risanamento conservativo … per quanto riguarda i fronti principali o visibili dagli spazi pubblici.”
Risulta da questo evidente che gli interventi di rivestimento a cappotto delle facciate e gli impianti a pannelli fotovoltaici dovrebbero continuare ad essere, in queste categorie di edifici, semplicemente non consentiti.
La delibera, pur dichiarando di muoversi “nell’ottica della semplificazione della gestione delle istanze”, prescrive, forse per cercare di limitare i prevedibili effetti negativi della delibera stessa, che gli interventi proposti per gli edifici compresi in classe 3, solo nelle parti del centro storico curiosamente definite “di impianto dal secolo IV al secolo XVII” siano ”singolarmente valutati in funzione delle caratteristiche tipologiche, architettoniche e di inserimento nel contesto”, senza specificare a chi spetta tale valutazione preventiva e con questo dichiarando implicitamente di disconoscere i criteri di classificazione contenuti nel RUE.
Se la conservazione dei valori unitari del nostro centro storico suscitano l’ammirazione ed il riconoscimento della comunità internazionale non è un caso. La città ha saputo dotarsi fin dal 1975 di un buon piano di salvaguardia del tessuto dell’edilizia storica che, pur indebolito nel tempo con varianti dai contenuti meno rigorosi, ha, nella sostanza, tenuto nel tempo, anche grazie all’impegno di vigilanza di associazioni come Italia Nostra.
Per non correre il rischio che la bellezza dei tetti della nostra città sia deturpata dall’invasione di pannelli fotovoltaici e che gli elementi decorativi delle nostre facciate spariscano immersi nel polistirolo Italia Nostra chiede il ritiro o la profonda revisione della delibera in oggetto, riservandosi di segnalare alla competente Soprintendenza e agli organismi di controllo della gestione dei siti Unesco i rischi insiti nel contenuto e nell’applicazione della delibera stessa.
Per il Consiglio Direttivo della sezione di Italia Nostra di Ferrara
Il presidente
Andrea Malacarne
Risposta dell’Amministrazione Comunale di Ferrara a Italia Nostra, sezione di Ferrara
ASSESSORATO ALLO SPORT, LAVORI PUBBLICI, URBANISTICA, EDILIZIA, RIGENERAZIONE URBANA
Ferrara, li 16 novembre 2020
Al Consiglio Direttivo di Italia Nostra Sezione di Ferrara
Gentilissimi, riscontro con piacere la lettera in data 11 novembre 2020. Innanzitutto Vi ringrazio per l’interesse che testimonia ancora una volta la vostra encomiabile attività volta alla “cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, del carattere ambientale delle città che mi consente di puntualizzare alcuni aspetti relativamente alle “Linee guida per interventi di efficientamento energetico”.
Entro subito nel merito della vostra osservazione e preoccupazione circa il presunto “rischio che la bellezza dei tetti della nostra città sia deturpata dall’invasione di pannelli fotovoltaici e che gli elementi decorativi delle nostre facciate spariscano immersi nel polistirolo”.
Le Linee Guida del 2016 citate nella vostra nota riguardavano la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) per l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici all’interno dei centri storici e degli insediamenti ed infrastrutture storici del territorio rurale e non riguardavano minimamente la dotazione di sistemi passivi d’isolamento quali, ad esempio, “sistemi a capotto” esterni negli edifici.
Da questo punto di vista, la tutela e regolamentazione per l’uso nei centri storici di questi elementi isolanti di rivestimento è stata adottata solo ora dalla nostra Delibera di Giunta. Le attuali Linee Guida escludono gli interventi di efficientamento energetico sui fabbricati che presentano particolari vincoli di tutela o di pregio ossia ne riconoscono il valore e preservano tutti gli edifici appartenenti alle classi di tutela di RUE 1 e 2.
Come da voi auspicato, la nostra Delibera non ha né modificato né abrogato l’art. 68 del RUE, bensì ne richiama le prescrizioni previste e regolamenta le diverse modalità di intervento a seconda delle zone urbane. A differenza di quanto era in precedenza, le Linee Guida da noi adottate introducono il divieto di intervenire con “sistemi di isolamento a cappotto” su edifici di classe 1 e 2: pertanto, è stato da noi scongiurato il paventato rischio di annegare nel polistirolo” questi fabbricati, il cui indubbio valore architettonico contribuisce in maniera determinante alla bellezza della nostra città.
Infine, preme ricordare che tutte le pratiche riguardanti l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici, nonché di sistemi passivi d’isolamento saranno sottoposte al parere vincolante della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio (CQAP). Come ho già ricordato in altre occasioni, il nostro Atto, pur considerando la città “una macchina da abitare” nel senso di un elemento vivo e mutevole, non ha dimenticato l’indubbio valore storico-architettonico di Ferrara per il quale essa ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Tutela Unesco; anzi, ha cercato di trovare un delicato equilibrio per preservare tali valori ed al contempo adeguare la nostra città ai più avanzati criteri che la modernità ed il rispetto ambientale ci impongono.
Vogliamo continuare ad avere una città gioiello del Rinascimento ammirata in tutta Europa, primo esempio di città moderna: per questo non possiamo impedire l’efficientamento energetico dei suoi edifici inserendo gli indispensabili vincoli, regole e “paletti” a tutela degli elementi di pregio esistenti.
Con i più distinti saluti.
Andrea Maggi
Replica di Italia Nostra, sezione di Ferrara, all’Amministrazione Comunale di Ferrara
Ferrara, 30 novembre 2020
Appendice alle OSSERVAZIONI alla delibera di Giunta del Comune di Ferrara GC-2020-396 in seguito alla risposta dell’Assessore Andrea Maggi in data 16 novembre c.a..
Linee guida per interventi di efficientamento energetico nelle zone storiche.
Gentile Assessore,
la ringrazio, a nome dell’associazione che rappresento, della cortese e sollecita risposta al nostro documento riguardante la delibera in oggetto. Devo però informarla, di seguito motivando, che i contenuti della Sua risposta confermano ed in parte aumentano le preoccupazioni da noi espresse.
Occorre anzitutto chiarire che il nostro documento, come anche la delibera di giunta, tratta di due possibili tipologie di intervento: il rivestimento a cappotto delle facciate e gli impianti a pannelli fotovoltaici.
Sulla prima tipologia di intervento abbiamo fatto presente che la stessa legge nazionale, al comma 2 dell’art.119, apparentemente ignorato da chi fornisce contributo tecnico alle delibere della Giunta, consente la detrazione al 110% per interventi di efficientamento energetico anche se non eseguiti congiuntamente agli interventi trainanti (quale appunto il rivestimento a cappotto, i cui effetti sono stati evidentemente considerati potenzialmente negativi dallo stesso legislatore) “negli edifici soggetti a vincolo e quando questi interventi sono vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali”. Gli interventi di efficientamento energetico degli edifici storici, della cui necessità ed importanza siamo convinti noi non meno della Giunta, sono dunque eseguibili con il massimo della detrazione fiscale consentita anche senza ricorrere ad interventi potenzialmente devastanti come il rivestimento a cappotto delle facciate.
Sulla seconda tipologia d’intervento, gli impianti a pannelli solari fotovoltaici posti sui tetti, non elencata tra gli interventi trainanti nella legge nazionale, abbiamo invece ricordato che fino ad ora nella nostra città è stata ottimamente regolata, per gli edifici di classe da 1 a 4, dalla circolare contenente linee guida per l’istruttoria delle pratiche edilizie del luglio 2016.
Il nostro documento ha fatto presente che a Ferrara sarebbe bastato applicare i dettami del RUE per continuare, nel rispetto della legge nazionale sull’efficientamento energetico, a salvaguardare in modo adeguato gli edifici classificati in classe 1-2-3-4, per i quali, nelle norme vigenti, è giustamente prescritto intervento di restauro e risanamento conservativo che esclude, per definizione, la possibilità di rivestimenti a cappotto delle facciate e di installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture.
La Giunta invece, andando al di là dei dettami della legge, ha voluto aprire la possibilità di questo tipo di interventi ai tantissimi edifici storici di classe 3 e 4 della città e delle delicate zone storiche del territorio extra urbano, ad eccezione di quelli presenti nelle zone definite di “impianto dal IV al XVII secolo” per i quali la Sua risposta, non la delibera, chiarisce che saranno soggetti al parere vincolante della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio (CQAP). La precisazione non tranquillizza se si ricorda che, nonostante la norma preveda che la Commissione “sia composta da esperti di storia, tutela e salvaguardia di beni ambientali e paesaggistici” la maggioranza dei componenti della Commissione nominata dall’attuale Amministrazione ha percorsi di formazione e titoli di studio che non prevedono questo tipo di competenze specifiche.
La preoccupazione si accentua alla notizia della soppressione, nell’ambito della ristrutturazione degli uffici tecnici comunali, dell’Ufficio Centro Storico, di fondamentale importanza in una città dichiarata Patrimonio dell’Umanità. A tale ufficio infatti, prima che alla CQAP, spetterebbe la verifica della corretta applicazione delle norme riguardanti il tessuto storico.
Nasce forte il timore, alle soglie della stesura del nuovo Piano Urbanistico Comunale, che si intenda procedere con queste azioni nella direzione della revisione profonda o dello smantellamento della classificazione degli edifici storici in classi e categorie d’invervento, metodo che ha finora garantito la sostanziale salvaguardia della compagine storica, anche minore, della nostra città e di tanti centri storici del Paese. Gli errori riscontrati in questi anni nella classificazione degli edifici devono essere corretti non con la liberalizzazione degli interventi, ma con una preventiva fase di ricerca condotta e sorretta da competenze adeguate, capace di rielaborare una classificazione scientificamente corretta per difendere nel tempo i valori del nostro centro storico pur favorendo l’inserimento e la vita delle attività con esso compatibili.
Di fronte alla sostanziale chiusura alle nostre istanze contenuta nella Sua risposta (che di fatto contiene garanzie per la protezione degli edifici di classe 1 e 2, già abbondantemente protetti dalle norme), Italia Nostra continuerà a porre il delicato problema a livello nazionale e cercherà di vigilare sulle conseguenze negative dell’applicazione della delibera sulla conservazione degli edifici storici della città e del forese. Chiede inoltre il ripristino e potenziamento del prezioso Ufficio Centro Storico.
Nella speranza che sui temi sopra esposti, come su ogni altra decisione importante che riguarda il presente ed il futuro dei nostri Beni Culturali, ci possano essere occasioni di confronto reale, le porgo distinti saluti.
Andrea Malacarne
Presidente della sezione di Italia Nostra di Ferrara