Indice: 1. Scenari e tendenze globali (prevalenti) 2. Tendenze locali (prevalenti) 3. Riforme possibili sulla base anche di nostra pratiche. 4 Una proposta strategica: Giovani & lavoro come leva del rilancio e rinnovamento dell’Italia (e dell’Europa)
Le principali tendenze (prevalenti) possono essere così descritte:
1. Crisi profonda della «mano invisibile» del libero mercato, cioè che potesse garantire (senza intervento pubblico) occupazione, equità e sviluppo umano: sta avvenendo il contrario. Ciò sta portando a una de-globalizzazione con filiere produttive più corte e nazionali (europee o Usa).
- Ripiegamento a favore di uno Stato che “protegga” e di istituzioni più vicine ai cittadini e, come tali, più “controllabili”.
- Consapevolezza però di essere su una unica «barca-Mondo» (come dice il Papa) e che i veri problemi (riscaldamento, epidemia,…) sono sempre più globali.
- Ripresa dell’importanza dell’Europa come polo più armonico tra unilateralismi di Usa e Cina (che speriamo sia federale), anche come protezione del debito dell’Italia (160%), in quanto ci vorranno 10 anni per riportarlo solo al 120% e diventa strategico pagare bassi tassi di interesse.
- Permane la minaccia di una crisi finanziaria in quanto è in gran parte irrisolta la divisione tra banche commerciali (che prestano a famiglie e imprese) e d’affari (che speculano). Abolizione avvenuta nel 1989 (con Clinton) del Glass-Steagall Act, nato nel 1933 (durato fino al 1989) che imponeva questa sana divisione che non comporta danni all’economia reale se ci sono fallimenti di banche d’affari.
- Minaccia di una riduzione dell’occupazione con le innovazioni delle tecnologie digitali e di una crescente disumanizzazione (meglio co-working che smart-working?).
- Minaccia climatica (si veda il saggio di Bondesan sugli effetti a Ferrara) e verso un Inferno 2.0 per la specie umana (con riscaldamento globale) se non si interviene rapidamente entro 2030-2050.
- Minaccia pandemica crescente conseguente a deforestazione, urbanizzazione, allevamenti intensivi,…
- Inadeguatezza delle risposte politiche ed economiche globali e locali per evitare di perdere potere
- Ripresa di interesse sui beni di base: sanità, scuola, protezioni e sul binomio comunità locale/Stato
- Prosegue la disuguaglianza tra Paesi e al loro interno, prosegue il calo del reddito della classe media Usa e europea.
- Fine del mito del «progresso» (anche nella cultura di sinistra); capitalismo liberista abile a disaccoppiare finanza & economia reale, ma non sviluppo e ambiente…altri sistemi o catastrofe
- L’inconscio è fuori (J.Hillman), mentre il mainstream ci spinge a curare il nostro orticello
- Cresce la diffidenza del capitalismo digitale, on line e da sorveglianza e delle élites (sempre più ricche)
Il salario reale in Usa è caduto costantemente dal 1980 fino al 2013, poi salito nella seconda parte della presidenza Obama e con Trump. Oggi gli Stati Uniti sono un Paese impoverito e devastato, con una mortalità aggiuntiva (pre-Covid) di 158mila persone all’anno solo per suicidi, droga con farmaci e alcol. Disuguaglianze alle stelle, distruzione delle comunità locali, scarso welfare, individualismo spinto, on-line, distruzione del lavoro nelle periferie (vedi il libro di Anne Case). Imputati sono: Globalizzazione, Concorrenza Cinese, Libero scambio, Speculazione finanziaria, Caduta tassazione dei ricchi, Debole Anti Trust,…in una parola il capitalismo neo liberista di Milton Fridman…una nemesi storica a 50 anni dal premio Nobel che colpisce soprattutto i Democratici, vissuti come difensori dell’establishment.
Primo Bilancio Covid: inadeguatezza dei piani antipandemia di quasi tutti i Governi (tranne Taiwan, Corea e Singapore che avevano avuto Sars), ritardi e bugie della Cina, ritardi e caos Oms, Gestioni nazionali diverse.
Svezia no lockdown, Paesi virtuosi e non, gli Stati di emergenza favoriscono chi governa. Il Covid ora si cura grazie alle scoperte di alcuni coraggiosi medici clinici; chi si ammala sono circa il 5% dei positivi (erano il 20% a marzo-aprile) e in forme meno gravi. In autunno risaliranno i malati ma è improbabile un secondo lockdown, per l’esperienza accumulata, mentre sono probabili differenziazioni tra territori come all’estero.
Mortalità aggiuntiva nei primi 6 mesi del 2020 rispetto alla media 2015-29 per Comuni selezionati (valori %)
Notevole capacità delle medie imprese italiane nel riconvertire tecnologie e produzioni (si veda Riccardo Galletti)
Rafforzamento della «comunità aziendale», molte imprese hanno anticipato la Cig, aiuti ai dipendenti e alla comunità,…
Esplosa l’inadeguatezza del sistema istituzionale italiano e caos tra Stato e Regioni (ci troviamo con 22 Governi) che vanno «aggiustate». Gli studi mostrano che le Regioni hanno una burocrazia spesso peggiore dello Stato (spendono peggio). Governatori “protagonisti” per propria visibilità; necessità di una loro maggiore autonomia su specifiche materie ma anche ritorno allo Stato di altre (per es.: Collocamento, Scuola,…). Necessità di Macroregioni (16 in Germania, noi 21, da Lombardia con 10 milioni di abitanti al Molise con 300mila abitanti); individuazione di un livello «provinciale» (più necessario delle stesse Regioni) e la cui riforma-abolizione si è dimostrata del tutto sconclusionata. Permane una forte vitalità dei Comuni e una richiesta di prossimità dei cittadini.
“Si, lo so, ci sono più problemologi che soluzionologi” (dice Mafalda-Quino), per cui ci fermiamo e passiamo alle proposte.
Cds non sa come sarà la prossima società (visto che un capitalismo neoliberista ci porta diritti all’Inferno 2.0), ma ha una «piccola navicella spaziale» (copyright pf) per arrivare, se non alla «Luna», almeno ad una società riformata, meno disuguale, più umana, con più occupati, almeno…a metà strada, avviando quel profondo cambiamento che metta al centro giovani, donne, anziani e lavoro, con una riforma delle pensioni e degli ingressi al lavoro che favorisca imprese, sviluppo, produttività, giovani e qualità della vita (si veda la Monografia nell’Annuario 2020).
Riforme possibili:
POVERI. Sulla base di buone pratiche locali (Ferrara, Bologna , Trento,…) ed estere (Germania,…), sappiamo come si aiutano i poveri. «I poveri li avete sempre con voi, Mt 26, 11)», di sicuro come conseguenza della produzione capitalistica e della cupiditas umana; se si inventasse come avvenuto con la Cassa integrazione un sistema a rotazione (pf), forse sarebbe più facile trovare soluzioni…ma per ora si tratta di usare il cosiddetto Reddito di cittadinanza, spostando i finanziamenti dal «centro alla periferia» e usando due distinte burocrazie: a) chi aiuta i poveri (circa 2 milioni finanziati dal RdC), b) chi aiuta a trovare un lavoro (un milione dei percettori del RdC). In questo 2° caso la burocrazia deve essere Statale (o comunque le regioni devono poter dialogare davvero tra loro cosa che oggi non avviene), usando metodologie innovative, come quelle sperimentata a Unife, che rinnovano il collocamento con una via italiana (e non tedesca), mettendo in comunicazione diretta chi cerca con chi offre lavoro, senza mitizzare le piattaforme on line.
SANITA’. Assicurare a tutti cure socio-sanitarie di prossimità e un maggior ruolo dei medici di famiglia, indicando quali siano i percorsi migliori di cura per i singoli (Paolo Mezzogori)
Resilienza alle catastrofi naturali: un pezzo dell’Italia si sta sfasciando.
Rinnovare P.A., Giustizia, garantire una partecipazione civica.
SCUOLA. Per abbattere la povertà educativa ci sono numerosi provvedimenti come: aumentare gli stipendi, introdurre un’Autority che valuti tutte le scuole (pubbliche e private come all’estero, proposta da Luigi Berlinguer nel 1999), eliminare le classi pollaio, integrare l’apprendimento da Istruzione con quello da Sperimentazione (potenziando laboratori, la comunità educante, uscire dall’aula). Per le ultime classi delle superiori una nuova alternanza scuola-lavoro come 3^ didattica con il supporto dell’insegnante di “accompagnamento” (si veda la monografia in Aef e anche A.Gandini, Per una scuola di relazione, ed. Lavoro, ottobre 2020). Misure che avrebbero, peraltro, eliminato molti problemi di trasporto e di assembramento in funzione anti-Covid.
Infine, la scelta strategica: Investire su Giovani e Lavoro creando «nuovi posti a tavola» per neo assunti e anziani a part-time (+ metà pensione maturata) e non pre-pensionati. I passi per il rilancio del Paese con i fondi di Next Generation:
- Moltissime aziende possono «apparecchiare uno o più posti a tavola» per neo-assunti.
- Con gli anziani a part-time (che però restano in azienda, sia come esperti che formatori per stare in «tandem» con giovani e colleghi) con l’altra metà pagati dalla pensione maturata. Così crescono: produttività, innovazione, occupazione (giovani-anziani).
- Le imprese italiane hanno molti clienti e maggiori capacità innovative ma devono essere sostenute da giovani idonei e dalla professionalità dei senior che non devono essere pre-pensionati.
- Usando la metodologia della «pompa professionale, un’attrazione dall’alto delle professionalità e l’inserimento di giovani» si risolve anche buona parte del mismatch tra domanda e offerta di lavoro (500mila posti vacanti)
- Da qui un nuovo Piano del lavoro sostenibile, anche Local, perché “lavoro di qualità produce lavoro di qualità”.
- Allargare l’ascolto e partecipazione alle istanze della società civile organizzata (come Cds) che hanno esperienze consolidate e apprendere dalle buone pratiche.
- Nessuna nuova legge se non c’è prima uno “stress test” e introdurre il principio di “valutazione delle politiche pubbliche”.
- Regione e Comune non devono solo firmare «patti», ma seguirli e implementarli come fa la buona burocrazia: passando al fare, al realizzare…il problema dell’Italia.
- Da qui un nuovo Piano del lavoro sostenibile Nazionale, Regionale ma anche Comunale (anche come leva per rinnovare le stesse burocrazie), che porti all’inserimento di giovani con contratti di Prima Esperienza, all’implementazione della transizione dagli studi al lavoro (partendo da Ist. Tecnici e Professionali), al potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro.
Non ci salverà la crescita di un capitalismo tecno-economico ma solo i cambiamenti negli stili di vita personali uniti a una eco-politica basata sul lavoro (e la creatività) dei nostri giovani e delle donne…come dicono peraltro Draghi e soprattutto Edgard Morin: Cambiamo strada (ultimo suo libro). Per chi ha dubbi vada al minuto 44 della Conferenza “Pandemia e innovazione” dove Tito Boeri intervista il premio Nobel M. Spence su quale consiglio dare al nostro Presidente del Consiglio (https://2020.festivaleconomia.eu/live?encoder=en07&stream=pandemia-innovazione).