Criptovalute e Blockchain, ovvero: la nuova «corsa all’oro», di Livio Paciotti
Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin, Verge etc. Cosa sono, quale tecnologia c’è dietro, come comprarle / scambiarle / usarle per investimento. Quali opportunità e quali rischi comportano
Terzo Capitolo
Il «Wallet»
«Wallet» : Un portafoglio di criptovalute è un portafoglio digitale sicuro usato per contenere, inviare e ricevere criptovalute come bitcoin, ethereum etc.
Il «Wallet» è esattamente un portafogli elettronico con tutte le credenziali digitali per accedere, spendere e trasferire la criptovaluta. Potremmo dire che il wallet è il luogo elettronico dove vengono conservate le nostre chiavi crittografiche, soprattutto quella privata.
I wallet possono essere desktop (Windows, Linux, MacOS), Mobile (Android) o Web. Un wallet web collegato a Internet è intrinsecamente meno sicuro di uno offline. Una chiavetta USB viene definita cold storage proprio perché scollegata dalla Rete. C’è però il rischio di perdere fisicamente il dispositivo (o che si guasti) e con esso tutto il denaro contenuto.
Sono in vendita (ad es. su Amazon) appositi dispositivi dedicati (Ledger Nano, KeepKey, Trezor etc.) dalla sicurezza quasi «assoluta» da usare per importi «importanti»
I «Fork»
Alcune tra le altre criptovalute oggi in circolazione sono, di fatto, dei fork della Blockchain originaria Bitcoin.
Con il termine fork si indica in programmazione lo sviluppo di un nuovo progetto software che parte dal codice sorgente di un altro già esistente ad opera di un gruppo di programmatori
Spesso il fork è dovuto a rivalità, conflitti personali e differenze di vedute tra gli sviluppatori di un medesimo progetto che ad un certo punto decidono di separare le loro strade
Soft fork e hard fork
Con il termine soft fork si indica una scissione che si attua dando vita ad una versione aggiornata del protocollo blockchain compatibile con le versioni precedenti
● Il soft fork mette in atto un cambiamento reversibile che permette la partecipazione alla blockchain anche a tutti quei nodi che per varie ragioni decidono di non effettuare l’aggiornamento
● Con hard fork invece si indica un cambiamento irreversibile e per tale ragione si distinguono in fork pianificati (planned) o frutto di una scissione (contentious)
Nel primo caso (hard fork planned) non si tratta di un vero e proprio fork ma di un aggiornamento NON retrocompatibile del protocollo: il cambiamento è quindi pianificato
Nel secondo (hard fork contentious) si arriva infatti ad una scissione della blockchain e tipicamente alla creazione di una nuova criptovaluta
Le ragioni sono diverse ma principalmente insanabili dissidi interni nella comunità degli sviluppatori, ad es. garantire un maggior equilibrio della blockchain attraverso modifiche che ad es. introducano meccanismi in grado di disincentivare una eccessiva concentrazione dei miner
Alcuni fork di bitcoin
● Namecoin
● Bitcoin Cash
● Bitcoin Gold
ALTCOINS: Non solo bitcoin
Sempre più persone (sono) interessate a investire in criptovalute e il valore delle singole monete è (cresciuto moltissimo) negli ultimi tempi. Non solo bitcoin, che ha superato in alcuni momenti quota 16mila euro, ma anche molte altre – notevoli le prestazioni di bitcoin cash o di ripple. E poi assistono a “crolli” altrettanto spettacolari, come quello di fine 2018.
Chi si avvicina a questo mondo spesso e volentieri ci vede solo un sistema di finanza alternativo. Il che è probabilmente vero, ma ci si dimentica che dietro a ognuna di queste criptovalute (ce ne sono circa 1900) c’è un preciso progetto.
Più o meno credibile, più o meno affidabile, più o meno sostenibile. E l’affidabilità a lungo termine dell’investimento, al netto delle speculazioni che durano poche ore, dipende proprio dal progetto rappresentato dalla moneta. Ecco perché è opportuno approfondire un po’ che cos’è quella monetina digitale che si sta comprando.
L’idea alla base è quella di creare una moneta che sia sicura e anonima, e adatta all’uso quotidiano. Si tratta di un progetto a lungo termine, dunque, pensato per quell’epoca in cui le criptovalute saranno utilizzabili come oggi lo è il denaro tradizionale. Un’idea che guarda al futuro, certo, ma qualche negozio che accetta XVG (Verge) esiste già oggi (pure pornhub ????) ed è messo in bella mostra sul sito (anche perché la lista non porta via molto spazio).
Oltre alla sicurezza e all’anonimato, affinché ciò sia possibile è necessaria anche la velocità. Al momento una transazione in bitcoin, per fare l’esempio della più famosa, richiede molti minuti, ore persino. Naturalmente non è compatibile con l’idea di farci la spesa o di pagare il caffè al bar.
Le prime 25 criptovalute per capitalizzazione
Ormai quasi tutti abbiamo sentito parlare di bitcoin. Meno persone però sanno che BTC non è l’unica criptovaluta esistente, seppure ha il merito di essere la più anziana, la più famosa e quella con la maggiore capitalizzazione di mercato. Vale a dire quella che rappresenta il maggior valore equivalente: se tutti i BTC fossero scambiati in euro, infatti, varrebbero oltre 60 miliardi di euro.
Creata da uno sviluppatore anonimo nel 2008, bitcoin (BTC) è la criptomoneta più famosa al mondo oltre ad essere la più vecchia. Anzi per molti è sinonimo di criptovalute. L’obiettivo dichiarato era creare un sistema valutario che potesse funzionare senza banche né stati, affidandosi direttamente agli scambi tra persone.
Ethereum (ETH) si potrebbe definire la criptomoneta di seconda generazione più importante, o se non altro quella con la maggiore capitalizzazione. La grande promessa in questo caso è una blockchain programmabile “turing completa” che permette agli sviluppatori di realizzare applicazioni decentralizzate, dette dapps.
La storia di bitcoin Cash (BCH) è piuttosto curiosa. Questa moneta esiste solo da poco ed è una sorta di “genesi spontanea” nata dalla stessa Bitcoin. In estrema sintesi, è uno sdoppiamento dei BTC (Fork) nato dall’esigenza di un sistema più snello e adatto ai commercio vero e proprio. Il bello è che chiunque possedesse dei Bitcoin si è trovato da un giorno all’altro con lo stesso valore in BCH. Se oggi ho 10 BTC, domani ho (avuto) anche 10 BCH. Mica male!
Altre criptovalute
Ripple (XRP) è il più significativo tra i progetti di criptomoneta con uno scopo vero e proprio. Nel concreto, questa moneta si propone come alternativa al sistema bancario SWIFT. Diverse banche nel mondo stanno già facendo esperimenti e i risultati sono interessanti. L’idea è che se due banche in due diversi paesi devono passarsi valuta possono farlo con Ripple, godendo di costi e tempi minori.
Litecoin (LTC) è stata tra le prime crypto a trovare successo dopo BTC, ed è molto simile a quest’ultimo. Come il nome lascia intuire, la differenza sta nel fatto che si tratta di una moneta “leggera”. Ciò significa, soprattutto, un tempo più breve tra un blocco e l’altro (2,5 minuti contro 10 minuti). Ma anche un diverso algoritmo crittografico, Scrypt, che tende a favorire i sistemi con grande quantità di RAM. La conferma delle transazioni con LTC avviene molto più rapidamente rispetto a BTC
Dash (DASH) è una crypto il cui progetto punta direttamente all’uso reale e alla sostituzione del denaro tradizionale. Il sito ufficiale mette dunque in bella vista le opzioni per spendere DASH in cambio di servizi, dal vino all’affitto. Il successo di DASH dipenderà in buona parte anche dal numero di partner. Altro dettaglio importante è il fatto che Dash usa un sistema ibrido PoW/PoS, che insieme ad altri accorgimenti rende le transizioni istantanee.
Capitalizzazione
Bitcoin: 21 milioni al massimo in circolazione, ogni 4 anni il numero di bitcoin emessi si dimezza (il numero massimo sarà raggiunto presumibilmente nel 2140)
Litecoin: 84 milioni al massimo in circolazione
Ethereum: la produzione è legata al tasso di inflazione, quindi non è un numero fisso
DASH: 19 milioni al massimo in circolazione (stimato, non è possibile avere il numero esatto)
Ripple: 100 miliardi
Elenco criptovalute per capitalizzazione
Da cosa dipende il valore delle criptovalute
Il valore di una valuta dipende solitamente da un altro «asset» o dalla sua «fama»
Molti stati usano le cosiddette valute «FIAT» , il cui valore dipende solo dalla fiducia che gli utenti hanno verso l’autorità emittente, per es. su quanto possa essere «solvente».
Ad esempio il $ ora non è più coperto dall’oro, non ha un valore «intrinseco» ma viene usato perché viene accettato da tutti e la gente ha fiducia nell’emittente, cioè gli USA
Anche le criptovalute non hanno valore intrinseco, il loro valore deriva dalla confidenza che ha la gente ad usare quel network e da quanti lo accettano
Le criptovalute però derivano il loro valore anche dal loro uso, essendo possibile il loro accumulo senza la intermediazione di terze parti ed il fatto che possono essere inviate velocemente in qualunque posto del mondo quasi senza spese.