La piena consapevolezza della finitezza materiale del nostro pianeta è recente, ed è strettamente legata al programma di esplorazione spaziale americano che avrebbe portato, nel luglio 1969, il primo uomo sulla Luna. Le fotografie scattate inizialmente dalle sonde spaziali e poi dagli astronauti della missione Apollo, partendo dalla celebre Earthrise dell’Apollo 8, l’immagine della Terra che sorge dall’orizzonte lunare, ebbero l’effetto di mostrare all’epoca in un solo colpo d’occhio l’intero globo terrestre, che appariva allora e per la prima volta come un tutt’uno, un pianeta che fluttua nel buio cosmico, erratico, nomade, sradicato, e che fa apparire banali tutte le divisioni umane al suo interno, razziali, politiche, religiose, di genere e quant’altro.
Il Club di Roma rappresentò poi il tentativo di creare un’opinione pubblica mondiale, alimentata da esponenti dei settori più innovativi e creativi, per cercare di affrontare quelli che il suo fondatore, Aurelio Peccei, chiamò i dilemmi dell’umanità. Il libro più famoso, I Limiti dello Sviluppo, fu distribuito in quindicimila copie alle persone che occupavano “posizioni chiave nei governi, nelle amministrazioni pubbliche, negli organismi internazionali, nell’industria, nei sindacati, nelle università, nei gruppi giovanili, nelle comunità scientifiche e intellettuali, nelle organizzazioni religiose, negli strumenti di comunicazione di massa, e le cui opinioni e decisioni hanno quindi importanza rilevante nella condotta degli affari umani” (Peccei 1972, p.11). È, significativamente, lo stesso metodo che sta attuando l’associazione Cds di Ferrara, ovviamente in un ambito più limitato, ma con finalità per molti aspetti analoghe: l’Associazione Cds dunque come una sorta di “Club di Ferrara”, un laboratorio ideale per trasferire e discutere sul piano locale problematiche di ben più ampio respiro, che sono state individuate a livello globale già da decenni dal “Club di Roma”.
E in tempi recenti da Agenda 2030, che è l’unica via percorribile, perché in fatto di sostenibilità ambientale globale non esiste un “piano B”.
L’intero articolo è pubblicato nella versione online di marzo 2020 dell’Annuario Socio-Economico Ferrarese 2020, che sarà disponibile in internet al sito www.cdscultura.com in occasione della presentazione del 9 e 10 ottobre prossimi.