Sono in smart working dal 16 marzo e dopo 4 mesi penso di poter dare una testimonianza su questa modalità operativa, che solleva numerose perplessità ma offre allo stesso tempo tante opportunità.
Sull’argomento tanti, tra esperti e semplici testimoni, si stanno esprimendo mettendo in evidenza i lati positivi e quelli più problematici con l’obiettivo, spesso dichiarato, di passare da una fase emergenziale ad una stabile e permanente.
Partendo dalla mia esperienza devo rilevare che il lavoro si è intensificato per i problemi dovuti alla connessione, che non è idonea a supportare i sistemi operativi che utilizzo e ad alcuni non riesco ad accedere.
Il confronto in video chiamata, in cui la qualità del suono è spesso non adeguata, ma soprattutto la condivisione di schemi e documentazione, indispensabile per la mia attività (coordino un Gruppo di Process Design), rende la gestione molto complessa.
Ciò significa che in una condizione di smart working permanente l’azienda, sia privata che pubblica, dovrebbe garantire il servizio di connessione per assicurare l’efficienza dei sistemi operativi (ovviamente da utilizzare solo per scopi aziendali).
Probabilmente per la tipologia del mio ruolo, non è ottimale un utilizzo a lungo termine dello smart working, mentre per altre professioni potrebbe essere gestibile un’attività alternata in presenza e a distanza, anche per non perdere l’effetto socialità molto importante.
Per gli aspetti più tecnici dell’attività lavorativa l’approccio allo smart working è da sviluppare in base alla tipologia / ruolo del lavoro svolto, si dovrebbe pensare sempre a garantire l’ergonomia della postazione lavorativa, l’efficienza dei sistemi operativi e un ambiente idoneo.
In caso contrario penso che a lungo termine la qualità stessa del lavoro potrebbe risentirne.
Ciò che lascia bene sperare per la ricerca di condizioni ottimali per l’organizzazione del lavoro è che, con lo smart working, si è sviluppato un importante senso di collaborazione finalizzato a trovare insieme risorse alternative idonee per portare avanti il lavoro.
Termino infine con una considerazione positiva: la cosa più importante di questi mesi di esperienza di lavoro a distanza è che ho avuto la possibilità di continuare a lavorare e in sicurezza.
(Lucia Caiazzo, Ingegnere chimico, Coordinatore del gruppo di process design in area catalizzatori di Manufacturing, di Lyondell Basell)