Si riportano di seguito stralci dell’intervento di Beppe Ruzziconi (La profonda ristrutturazione del Petrolchimico di Ferrara degli anni ’80) da “Ferrara e il suo Petrolchimico, volume secondo”.
“ Nella tarda nottata, attorno alla mezzanotte del 21 gennaio 1983 venne firmato l’accordo aziendale che conteneva in toto i concetti richiamati nelle assemblee e nei discorsi portati avanti in quei giorni con i lavoratori e le lavoratrici. Con tale accordo, che fu il primo nei Petrolchimici nazionali, si segnava una svolta nelle relazioni sindacali e nella gestione della Cassa Integrazione Straordinaria. Se per quanto riguardava la gestione della forza lavoro si era raggiunto un grande obiettivo, anche per gli assetti produttivi e per la Ricerca vennero fissati alcuni punti fermi, che avrebbero permesso, nel breve-medio periodo, di superare momenti congiunturali di crisi.
A livello aziendale, al di là delle questioni non risolte su quello nazionale, erano stati piantati alcuni picchetti sicuri ed importanti.
La stessa CIG/S a rotazione recuperava e scaricava quel clima di tensione che si era creato con la gestione degli accordi precedenti. Dirà il Direttore dello Stabilimento: abbiamo cercato di trovare il punto di incontro tra gli interessi della Società e quelli dei lavoratori. Abbiamo lavorato un mese alacremente e puntigliosamente, partendo da una visione globale che individuava come certezze i punti-forza dello Stabilimento (moplen, dutral, il Centro Ricerche) sui quali puntare per il rilancio di Ferrara”.
Con il rientro dei 90 lavoratori dalla CIG degli anni precedenti, la Cassa Integrazione a rotazione interessò praticamente tutti i lavoratori, operai, impiegati, quadri, giornalieri, turnisti, con una riduzione dell’orario annuo di circa un mese pro-capite. Con l’accordo di gennaio ’83, a quasi due anni (27 marzo 1981) dall’inizio del processo di ristrutturazione, dopo un calo occupazionale complessivo di circa 1.000 persone, più nessun lavoratore sarebbe stato sottoposto a CIG/S a zero ore, all’infuori del personale in
attesa di prepensionamento. L’accordo ebbe un gran risalto sulla stampa nazionale, lo spazio che gli venne tributato era più che mai giusto.
In seguito il Contratto Nazionale, firmato nel marzo ’83, riportava in un suo articolo il concetto base dell’accordo ferrarese per situazioni di crisi e di ristrutturazione. Così recitava infatti la dichiarazione delle parti stipulanti: in situazioni di esuberanza di personale connesse a crisi aziendali strutturali che presentino particolare rilevanza sociale in relazione alla situazione occupazionale locale ed alla situazione produttiva (…) potrà essere verificata anche, alla luce delle opportune modifiche legislative nonché delle norme in tema di mobilità, la possibilità di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Speciale con forme di rotazione del personale e regimi di orario di lavoro ridotti rispetto a quelli normali”.