Pubblichiamo l’articolo di Maurizio Crimi, con prefazione di Marcello Furini, scritto tra il 2011 e il 2012, che è un vivace ritratto ancora attuale del mondo social anni 70, quando internet non c’era ma c’erano le prime radio libere, anche a Ferrara che è stata fra le prime città in Italia a sperimentare questa prima forma di comunicazione social. In particolare, a Ferrara nel lontano 1946 ebbe vita per un breve periodo la primissima radio libera italiana, che trasmetteva in onde medie.
LA CONDIVISIONE NEL TEMPO
di Maurizio Crimi
Prefazione
“Mi piace scrivere, ho cominciato per puro caso ma in fondo è un’idea che covavo da parecchio tempo e alla fine ci sono arrivato e ho pubblicato il mio primo libro. Provate ad immaginare la mia reazione di stupore alla notizia che anche il mio amico Maurizio “Kriminal” Crimi stava lavorando ad un progetto simile, e mi ha chiesto di cooperare con lui, neanche avessi vinto il premio Strega!
Io e Maurizio siamo di due generazioni diverse, la famosa decina d’anni ci separa eppure qualche punto di contatto lo si trova senza cercare molto, la passione per la musica ad esempio. Come ho avuto modo di scrivere un mondo senza musica non me lo immagino nemmeno, ognuno ha i suoi gusti è vero ma la musica è una compagna che nessuno può portarci via in qualsiasi posto ci troviamo. Non ho il bagaglio culturale in materia che ha Maurizio, e vi assicuro che è molto vasto, anzi confesso qui la mia lacuna, prima di conoscere Maurizio non avevo mai avuto il piacere di sentire la voce ancestrale di Hayley Westenra che conoscevo per la protagonista di Dracula di Bram Stoker.
Ma Maurizio non è solo musica e cuffiette, c’è molto di più e mette il dito nella piaga quando si interroga sul ruolo di internet al nostro tempo e della radio che ha dovuto aggiornarsi per restare al passo con i tempi.
Radio o internet? Internet o radio? O magari tutti e due. La radio come la vivo io, di solito al mattino a bordo della mia S60 (di cui Maurizio periodicamente si prende cura…) ha la funzione di tenermi sveglio o magari informato sulle ultime notizie, e se ho un po’ di fortuna mi capita di sentire qualche bella canzone, è un ascolto passivo il mio, mai una richiesta, mai niente, ma mi piace così” (Marcello Furini)
Avendo vissuto in prima persona l’avvento delle radio libere, e soprattutto la passione che ho sempre avuto per l’FM ha fatto sì che sia arrivato a scrivere questo testo.
Questo testo… è quasi un’autobiografia di uno dei tanti che per passione hanno visto nell’arco degli anni il cambiamento del fenomeno di condivisione.
Certo, ora è tutto più semplice. Cosa ci vuole? Internet prima di tutto, qualche amico, che poi ha altri amici che puoi conoscere se hai interessi in comune. Siete mai stati in un concerto?
Sono stato tra i primi dj di Ferrara, ricordo con piacere Controradio Ferrara, Radio Etere, Radio Gnomo, Radio Estense Libera (poi Radio Elle), la fantastica Radio Notte, la mia Onda Radio Libera, la R.E.I., Radio Ponte Libera, Radio Zorba, Radio Ferrara Centrale, Radio Ferrara 2000, Radio Attività, Radio Futura… bei tempi. Un racconto di come sono evolute le radio e internet dagli anni 70 ad oggi.
Certo, un ragazzino nato negli anni 60 ha visto cose differenti dai ragazzi nati dieci, venti o trent’anni dopo. Ma l’adolescente che vede nascere un mondo nuovo lo sente suo. E se arriva qualcuno a cambiarti le cose come le vedi puoi agire in due modi: o ti adegui o lasci.
Provate a pensare alla scuola nella metà degli anni 60, i ragazzi hanno ancora il banco di scuola con il calamaio. La radio libera non esiste ancora, i computer sono giganteschi, non esiste la telefonia mobile. I primi film di fantascienza ci danno un’immagine non reale ai giorni nostri. Come può un ragazzo che ha ancora la televisione in bianco e nero pensare a ciò che ci sarà dopo trent’anni? Ma qualcosa sta per nascere: la libertà di informazione della musica. Nascono i Dee- jays. Il modello è americano e naturalmente sono i maestri dell’entertainment. Escono le prime radio libere e nel frattempo le prime discoteche.
Nel 1972 nascono i primi floppy disk; i computer nel 1975 vedono nascere i primi microprocessori. La radio viene ascoltata da tutte le classi sociali, senza distinzioni tra ricchi e poveri. Una community viene vista anch’essa da tutte le classi sociali.
1975: cinquanta lire e inserivi la monetina nel juke box (con la stessa cifra oggi arrivi a malapena a formare un euro…). Era bello sentire il 45 giri che cantava la tua canzone preferita. Ricordo una gita al mare e la musica di Andrea True Connection con la bellissima More More More … Vi dice qualcosa? Era forse un segno del destino. Più più e ancora di più. Evoluzione incredibile della tecnologia, del sapere e, perché no, dei sintetizzatori, degli hardware.
Ora nessuno o quasi a casa o in ufficio ha la radio. Eppure alla radio i nostri genitori hanno sentito la notizia più importante della loro vita. Ora basta un computer e hai il mondo ai tuoi piedi, noi abbiamo potuto assistere impotenti alla tragedia dell’11 settembre, e il tam tam di internet in questo senso è imbattibile.
Nella metà degli anni 70 c’erano molte cose innovative. Le radio iniziavano ad essere a transistor e le valvole diventavano obsolete. Come lo sono ora i televisori a tubo catodico in confronto ai monitor Led o Lcd.
Tra i giovani si cominciano a preferire i programmi radio in FM rispetto a quelle che trasmettono in AM. È un movimento di socializzazione primitiva, che consisteva nell’avere contatti tramite un apparecchio che permetteva di sentire la musica che volevi, sentirti in diretta, telefonare ai beniamini, ora chiamati dee-jays. Esisteva il telefono a disco Bigrigio della Sip e il gettone telefonico. E chi non ha mai sognato di diventare un dee-jay o un presentatore? Essere colui che fa divertire.
Ora con internet ognuno può fare, imparare, divertirsi, naturalmente con modi diversi da 35 anni fa. La multimedialità si è evoluta in maniera esagerata, al punto che mette dipendenza. Ora la radio si ascolta da internet. Puoi vedere i dee-jays in diretta video. Puoi interagire con loro e scrivere cosa ne pensi. Negli anni 70 potevi solo telefonare.
Se penso com’era semplice trasmettere in radio negli anni 70/80, ti trovavi con altri amici dee-jays appassionati e mentre parlavi di musica prendevi spunto per creare nuovi programmi o cercare il disco per cominciare la trasmissione.
Avevi 2 piatti, un mixer e un microfono. Macché regia o altro…. facevi tutto tu. Rispondevi anche al telefono. E quando uno ti chiamava era in diretta con te. Come ora in una community o un forum. Tu crei il post e c’è chi ti segue, e c’è come chi al telefono ti prendeva in giro o ti diceva bravo. Uguale, ma con altro metodo. Credo che la prima internet sia stato il fenomeno delle Radio libere.
Una consolle in discoteca. Un dee-jay che mette musica e tu gli richiedi una canzone perché sai che oltre a piacerti potrebbe essere condivisa da molte altre persone… Il dee-jay o il vocalist ad alta voce ti saluta e saluta tutti gli amici di questa o altra località che sono venuti a ballare in discoteca. Medesima sorte. Finisce la serata e quasi sei dimenticato. Ma in quel momento, ti senti qualcuno, come ora ti senti qualcuno quando parli con altri della condivisione e delle stesse cose che piacciono a te e ad altri.
Addirittura c’è chi se non vede una notifica di qualche pseudo amico si sente irritato e gli prende la malinconia. E quindi alla fine avere tanti pseudo amici nel tuo profilo a cosa serve? A far vedere che sei molto conosciuto? A far vedere che sei amico con chi amico con te non è? La stessa cosa succedeva negli anni 70 con le prime radio e tv libere…
Ti mettevano in diretta a salutare chi ti ascoltava e ancora oggi, nei vari programmi televisivi, sento dire saluto tutti voi che mi avete seguito e un saluto particolare allo staff. Certo, sicuramente domani sarai dimenticato… sicuro.
La prima cosa di cui uno avrebbe bisogno è la comunicazione con altre persone che condividono il proprio gusto. E che sia musicale o di altro tipo questo lo potresti solo avere tramite un mezzo di comunicazione. Ricordo le prime televisioni libere, le prime prove tecniche, i primi segnali visivi.
La programmazione televisiva mattutina iniziata nei primi anni 80 ha dato una mazzata alla radio. Certo, la radio si ascoltava principalmente al mattino.
Ma da qualche anno c’è stato il boom delle radio al mattino. Con l’avvento di internet ora si può ascoltare nel proprio PC e questo magari interagendo con vari social network associati alla radio stessa. Se io voglio dire qualcosa in diretta ora, oltre agli SMS posso utilizzare la chat in diretta del programma. E alcune radio addirittura hanno la webcam che si aggiorna ogni 30 secondi. Una cosa che fino a venti anni fa era fantascienza. Ora è la norma.
E questo la dice lunga sulla condivisione che c’è ora. La parola condividere ora è molto diffusa. Esempio: a me piace una cantante che nessuno conosce. La linko e la faccio conoscere a molte persone. Chi ha condiviso questo può a sua volta condividerla.
In radio 35 anni fa potevi richiedere un disco e, una volta trasmesso, chi era sintonizzato aveva la condivisione di questo brano che a sua volta poteva essere richiesto e comprato da chi non lo aveva mai sentito. Naturalmente, rispetto alla generazione degli ora sessantenni la socializzazione era ancora diversa. Pensate che si riunivano davanti alla radio!!
Era un evento ascoltare insieme le trasmissioni radiofoniche con le radiolone a valvole. Una cosa che se la raccontiamo ai nostri figli non ci credono… Addirittura cinema, quando in tv c’era “Lascia o raddoppia?”, al giovedì trasmettevano la puntata in diretta.
Le canzoni in voga nel 1976 erano:
S.O.S. (Abba) – FLY ROBIN FLY (Silver Convention) – LOVE TO LOVE YOU BABY (Donna Summer) – LET’S THE MUSIC PLAY (Barry White) – GIMME SOME (J. Bo. Horne)
Per quanto riguarda le canzoni straniere… e qui in Italia?
ANCORA TU (Lucio Battisti) – SAMBARIÒ (Drupi) – GLI OCCHI DI TUA MADRE (Sandro Giacobbe) – SANDOKAN (Oliver Onions) – UNA STORIA D’AMORE (Juli and Julie) – COME PIOVEVA (Beans)
Ora confrontiamo la musica che si sentiva in radio una decina di anni dopo… Per chi è nato nel 1974 e ha compiuto 13 anni nel 1987, si ascoltava…:
U2: With Or Without You – NICK KAMEN: Loving You Is Sweeter Than Ever – SIMPLY RED: The Right Thing – MADONNA: Who’s That Girl – EUROPE: The Final Countdown
e in Italia:
UMBERTO TOZZI/RAF: Gente Di Mare – SABRINA SALERNO: Boys – FIORELLA MANNOIA: Quello Che Le Donne Non Dicono – NINO BONOCORE: Rosanna <ahh… questo per chi lo capisce è un omaggio>
Ma nasceva un nuovo fenomeno in discoteca… La House Music. Tra i primi i M.A.R.R.S. con Pump Up The Volume e i KLF con What Time Is Love
Con questo vorrei dire che ogni generazione crede che la musica ascoltata negli anni dell’adolescenza sia la più bella. Io a 13/14 anni ho iniziato a trasmettere in radio… le prime radio libere. Radio Freccia vi dice niente?
E in edicola nei primi anni 70 (o meglio alla fine degli anni 60) c’erano fumetti Noir, come Kriminal / Satanik / Diabolik che andavano per la maggiore seguiti da Tex e Zagor e il sempre eterno Alan Ford. Alla fine degli anni 80 esplode Dylan Dog e Martin Mistere e iniziano a fiorire i Manga e gli Anime in tv. <beh a fine anni 70 c’era Atlas Ufo Robot… L’Inizio>
Da un po’ di tempo c’è chi ritrova su internet vecchi amici e chi ne fa di nuovi, c’è di tutto. A volte c’è anche troppo… Il web è una rete di computer mondiale, rappresenta ormai l’unica – o quasi – forma di mezzo di comunicazione di massa. Ma com’è nata internet? Ma lo sapevate che gli emoticons sono stati creati il 12 aprile 1979 ? Tutto per inserire nelle email uno stato d’animo.
Nel 1991 a Ginevra nacque il www. Ma il blog quando nacque? Presto scritto: 18 luglio 1997 un web-log, un diario in rete…Provate a pensare ad esempio se ad un tratto internet non dovesse più esserci…
Ma soffermiamoci sul fenomeno social network: tanti dicevano che i S.N. erano una “baggianata”, molti altri dicevano che erano carini. Sicuramente la curiosità e poi la pubblicità a livello “oltreognilimite” fa sì che uno si iscriva. OK, e poi? E poi cerchi amici… E poi metti in mostra i tuoi interessi… E poi aspetti che uno/a ti richieda l’amicizia… E poi? Se per caso ti senti da solo potresti contare sulle decine se non centinaia o addirittura migliaia di amici che hai nel tuo social network… Però alla fine i veri amici sono quasi tutti quelli che sono reali.
Un giorno in spiaggia sento amici di mio figlio che parlavano di FB. Dicevano queste parole: Ma tu ce l’hai FB? Skype? Whatsapp? Ma tu ce l’hai Msn? Ma tu quanti followers hai su Twitter? Il fatto è che se uno non era iscritto, come d’incanto era tagliato fuori! Gli adolescenti stanno crescendo con questi nuovi prodotti per avere amicizie. Forse perché le vere amicizie non esistono più.
Una volta si giocava in cortile, i primi fidanzatini si chiamavano per telefono… … e in vacanza dalle cabine telefoniche ! Quando eri in vacanza, eri proprio in vacanza… senza nessun modo di essere trovato live in diretta o internet o cellulare.
Sono convinto di una cosa, che la prossima generazione avrà sicuramente la stessa interattività che hanno gli adolescenti adesso… E gli adolescenti di adesso forse ritroveranno da vecchi la vera amicizia che non hanno avuto a suo tempo.
Ecco un altro fenomeno di condivisione: a me piace… una frase ormai letta in tutti i social network. Ora come le radio che si copiavano… programmi, scenette, musica… I social network e le varie community sono sempre più simili come vari radiogiornali o telegiornali. Se notate quasi sempre sia in radio che in tv c’è il radio/tv giornale alla medesima ora… la pubblicità idem, e i programmi sono sempre più simili. Certo, ognuno ha la sua maniera di proporre, ma il succo rimane. Addirittura dee-jays e presentatori che cambiano maglia come i giocatori di calcio dopo 3 mesi nel mercato di riparazione… Ma questo è un altro argomento, il vil danaro purtroppo dice la sua in tutti i campi.
Agli inizi degli anni 70 i meno fortunati, finanziariamente parlando, possedevano radio a valvole, e le frequenze erano tra i 90 e i 104 Megahertz in modulazione di frequenza. Poi quando arrivano le radio in FM iniziano le telefonate in diretta e quindi il nuovo fenomeno di socializzazione inizia ad espandersi.
Pensate la differenza allora rispetto ad oggi, dove puoi interagire via email, via telefono o tramite social network e quindi puoi far parte immediatamente del programma ed esprimere ciò che più ti aggrada o anche dire che non ti piace. E questo rende partecipe la persona. Iscrivendoti ad un social network hai amici virtuali.
Facendo iscrivere tuoi amici o parenti hai amici veri che sanno i tuoi gusti, di qualsiasi genere e puoi trovare associazioni di pensiero, o di gusti, quindi ad esempio se ti piace un cantante hai la possibilità di conoscerlo e di conoscere chi gli piace.
Le frequenze cominciavano ad essere occupate e si sconfinava in giù e in su con il range che andava da 87.5 a 108 Mhz. I più fortunati avevano radio a transistor di tale range e quindi scoprivano giorno per giorno nuove emittenti radiofoniche.
C’era anche chi ascoltava la vecchia A.M. con un suono metallico e trasmissioni come quelle di Radio Capodistria con il buon Luciano Minghetti, uno dei pionieri delle dediche e richieste radiofoniche, erano le più ascoltate dalle famiglie italiane. Un modo di sentirsi protagonisti. E pensate che allora si scrivevano lettere vere e quindi era una fortuna essere nominati alla Radio.
La voglia di sentirti vivo nel vero senso del termine è tanta, sentire che ti dicono il tuo nome è per molti una cosa fantastica. Ma che cos’è che ti spinge a scrivere a chi non conosci? È questo che mi sono sempre domandato. Magari scopri che non è poi come credevi. Magari ti accetta nelle sue amicizie o pseudo tali solamente a sua volta per far vedere quanti lo apprezzano … E su questo ce ne sarebbe da dire…
Sentivo discorsi tra ragazzini del tipo “ma tu quanti amici hai? Io ne ho quasi mille..”. E poi alla fine ti ritrovi a condividere qualcosa che ti piace solamente con le sole persone che conosci realmente… Certo, una cosa di cui abbiamo bisogno è dire al mondo lo stato in cui siamo… E grazie alla condivisione nei social network questo è possibile… anche solo con 160 caratteri o un link. Benvenuti nel mondo della condivisione istantanea.
Leggendo tra i vari forum e le varie community il modo di socializzare, a differenza degli anni in cui era la radio libera la padrona incontrastata, emerge che il fenomeno della socializzazione è diventato estremo. Se un ragazzo non vede le notifiche nel suo profilo in alcuni casi si sente addirittura angosciato. Come quando uno richiedeva alla radio una canzone o una dedica e non veniva accontentato. Cambiano le maniere di comunicare, le persone sono sempre più sole, e più ansiose… Soprattutto quelle che trovano una tastiera per dire quello che pensano e non hanno riscontro. Ora si parla/scrive con chi non conosci neppure. Più o meno come quando uno idolatra un personaggio famoso, nel caso della radio, un dee-jay o un presentatore.
Fatto sta che i due social network (che ormai se sei ammalato in internet non ne puoi fare a meno) sono Facebook e Twitter. Poi arrivano Instagram e Whatsapp. Facebook ormai è il principale punto di riferimento, ma da qualche tempo Twitter è più di moda.
Quello che non capisco è perché i vips si twittano messaggi di massimo 140 caratteri per dire dove sono, cosa fanno, dove andranno, ecc. ecc. E poi, se sono veri e non dei fake, migliaia di followers (coloro che ti seguono) gli mandano messaggi e chiedono di essere ritwittati.
L’ho fatto anch’io e, credetemi, è una soddisfazione (magra, ma lo è) poter dire “evviva!!! Mi considera…” Mi ero iscritto a Twitter un anno prima di essere iscritto a FB … e dopo che mi ero iscritto? Il nulla… scrivevo e mandavo il mio tweet proprio nel nulla … Come urlare in una stanza vuota.
Poi piano piano arriva qualcuno che ti segue… e credetemi, i vips non ti seguono a meno che tu non sia della loro stessa categoria sociale. Però a me Twitter piace perché soppianta gli SMS del telefono ed è una diretta incredibile. E piace anche ai vips e poi dopo aver scritto su Twitter un loro messaggio o una foto o un video, viene messo in contemporanea anche su Facebook.
Certo che essere famosi è incredibile… Paola Cortellesi (se è veramente lei) su Twitter fece più di 3.000 followers senza aver fatto niente, nessun tweet… niente di niente…. solo l’iscrizione… A cosa può portare la passione per qualcuno? Questo è un esempio…
È cambiato il mondo… ma in quanti lo sanno? E quanti vogliono che cambi?
Ciao a tutti.
1 commento
Commenti disabilitati.