Introduzione al convegno finale sulla Cittadinanza Europea
di Patrizio Bianchi
(Assessore a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro Regione Emilia-Romagna)
Innanzitutto partiamo dagli organizzatori: partiamo dal CDS.
Il CDS ha 47 anni; ha cominciato nel 1972, pensate ragazzi: 1972!. Ed è nato come Centro di Documentazione Sindacale poi quella “S” è stata cambiata con Studi, però partiva come CDS ed è nato proprio dalla vicenda del petrolchimico.
In quel tempo, come si diceva nella Bibbia, c’era un enorme problema in questa città.
Il petrolchimico è la storia della città, anche se è sempre stata una città “al di là del canale”. Il petrolchimico arriva qui, negli anni 50, per cominciare a lavorare sostanzialmente le plastiche.
Però qui a Ferrara è successa una cosa straordinaria: c’è stato il più grande centro di ricerca d’ Europa sulle plastiche, quindi non è stato un posto qualsiasi. E’ stato il posto della grande ricerca Europea, forse la più grande del mondo. Sì, il più grande centro ricerca del mondo! Quindi tutta la nostra storia è stata non soltanto quella di difendere la fabbrica in quanto fabbrica, ma anche di difendere la ricerca che c’era dentro a quella fabbrica. Quindi è una fabbrica particolare: è una fabbrica che nasce intorno ad un centro di ricerca.
Il secondo passaggio che è stato fatto allora è stato quello di mettere insieme una serie di persone della fabbrica che cominciavano a dialogare con il quartiere Barco e con il quartiere Pontelagoscuro. Un’ iniziativa che si chiamava “Fabbrica, scuola, quartiere” .
Abbiamo cominciato a ragionare con il quartiere per capire come quella fabbrica fosse legata col quartiere.
Poi abbiamo cominciato a fare delle cose ancora più lontane: abbiamo cominciato ad occuparci di agricoltura, con una vertenza con una grande impresa che si chiamava SBTF che oggi si chiama Bonifiche Ferraresi che prende il cuore di tutto il Basso Ferrarese.
Poi siamo andati avanti a domandarci sempre di più come quella roba lì, il petrolchimico, poteva diventare un pezzo di un nuovo modo di stare in mezzo alla città, in mezzo al territorio, di stare in mezzo anche a quel che sapevamo fare.
Quindi il fatto che il CDS si occupi oggi di cittadinanza e lo faccia con tre esperienze così legate alla realtà: una, il petrolchimico; due: Uomini di Massenzatica; tre: tutta “la bassa” io credo che sia un fatto importantissimo, perché il CDS in questa città è il portatore della memoria collettiva e quindi credo che abbia sempre svolto questa funzione.
Poi da 33 anni fa un bellissimo rapporto che è l’Annuario del CDS che porta tutta la riflessione su questa città. Tenetelo nella vostra biblioteca perché veramente è la storia del pensiero sulla città.
All’interno di questo c’è questa riflessione che abbiamo fatto di recente come Regione su che cosa vuol dire Cittadinanza Europea. Cosa vuol dire cittadinanza? Quando è che uno è un cittadino? Quando ha dei diritti e dei doveri. I bambini piccoli hanno solo dei diritti, le persone adulte hanno dei diritti e dei doveri. Anzi, il primo dei diritti è avere dei doveri; sembra un paradosso questo, ma avere dei doveri vuol dire essere riconosciuto come una persona che fa parte di una comunità. L’idea di legare la comunità a questa idea di Europa è stato l’elemento fondamentale che ci ha spinto come Regione a fare questo programma di cittadinanza europea.
In questo il CDS insieme col MFE ha trovato una chiave che noi abbiamo ritenuto interessantissima (ed infatti è stato premiato ) e cioè quello di dimostrare che la cittadinanza europea non è una volta all’anno vado in piazza, ma è quello di riuscire a costruire cittadinanza, cioè mettere insieme le persone coi loro diritti e coi loro doveri, costruendo delle cose. La bellezza del costruire insieme un pezzo di comunità e queste sono tra le cose più complicate: la storia del petrolchimico è una città che dopo 50 anni rivede la propria storia e quindi non è solo parlare di bonifiche tecnologiche che però è la cosa più avanzata che c’è, perché ricordate che uno dei passaggi del prossimo futuro sarà proprio questo. Nel prossimo futuro ci saranno dei mestieri che voi dovrete fare; la maggior parte dei mestieri che voi dovrete fare riguardano dei beni pubblici: l’acqua pulita, il terreno pulito, l’aria pulita e tutti questi richiedono grandi tecnologie. Il caso del petrolchimico è questo: la capacità di usare grandi tecnologie non per lasciare le cose così come sono , ma per rimetterle in movimento. Una cosa che si chiama renaturing, cioè ridare un senso alle cose che ci sono. Pensate la tragedia di Taranto, ma pensate che questa è una cosa che c’è in tutta Europa.
Nuovi mestieri e antichi mestieri: il caso degli Uomini di Massenzatica. Il più antico dei mestieri; però qui si dimostra che c’è una forte capacità di innovazione: usi un mestiere antico per creare qualcosa di nuovo, una capacità per rigenerare valore che viene immediatamente reinvestito nella comunità.
Il caso Fare Ponti è un’altra cosa ancora ; c’è un programma che si chiama Aree Interne, cioè per le aree più lontane che devono essere collegate con il resto. E’ questo un caso di innovazione sociale di straordinaria importanza.
Quindi mettiamo in fila tre casi, voi li avete studiarti, metteteli insieme tutti e tre perché mettendoli insieme tutti e tre vedete la straordinaria operazione di cucitura che si sta facendo. Noi viviamo in un’ epoca in cui è più facile dividere che unire, però la bellezza dell’unire non sarà mai paragonabile allo spreco che viene fatto dall’altra parte.
Quindi lo sforzo che dobbiamo fare per unire è molto di più che quello per spaccare; è quello che stiamo facendo e questo è anche il senso della cittadinanza europea. questo è il senso del bel programma che ha fatto il CDS che continua la sua storia.
Tra un po’ faremo la festa dei primi 50 anni e ci prepariamo per i secondi cinquant’anni .
<Guarda il VIDEO dell’intervento introduttivo di Patrizio Bianchi al convegno finale sulla Cittadinanza Europea, Ferrara 7 dicembre 2019>