Ad ottobre è stato presentato il Rapporto ASviS 2019 che riepiloga i 17 Obiettivi o Goal di Sviluppo Sostenibile stabiliti nel 2015 dall’Onu in quella che è comunemente nota come Agenda 2030.
Il rapporto analizza la situazione dei diversi obiettivi prima nel mondo, poi in Europa e infine in Italia, confrontando dati aggiornati a fine 2017 e comparando serie storiche che partono dal 2010.
La regione Emilia-Romagna si posiziona sempre, come vedremo, fra le prime in Italia nel raggiungimento degli obiettivi evidenziando in particolare il miglioramento nei Goal 4 e 9, che si riferiscono rispettivamente all’istruzione di qualità per tutti e alle imprese, innovazione e infrastrutture. L’obiettivo 4 evidenzia l’aumento delle persone tra i 25 e i 64 anni che si sono impegnate nelle quattro settimane precedenti in attività di istruzione e di formazione, e quelle che nella fascia fra 30e 34 anni hanno conseguito un titolo universitario. Il rapporto segnala anche il peggioramento per la nostra regione del Goal 16, cioè l’obiettivo che si riferisce a pace, giustizia e istituzioni solide principalmente, si legge, per l’aumento di rapine, borseggi e furti in abitazione (Rapporto ASviS 2019, pag.84).
Nei dati che sono disponibili in internet sul sito dell’ASviS (https://asvis.it/dati/) possiamo vedere come evolvono tutti i 17 obiettivi per la nostra regione nel periodo che va dal 2010 al 2017 (e in qualche caso anche ante 2010). Ricordiamo che i 17 obiettivi sono determinati in base a 169 Target e ad oltre 200 indicatori, che peraltro sono tutti dettagliati nel sito dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
Per il Goal 1 (sconfiggere la povertà) , dal 2010 al 2017 l’andamento evidenzia un leggero miglioramento (l’indice passa da 107,76 a 109,07) anche se la serie storica parte qui dal 2004 e il risultato del 2017 è ancora leggermente inferiore a quell’anno, che era 110,37. Ricordiamo che per tutte le rilevazioni si considera 100 il dato conseguito a livello nazionale nel 2010, per cui l’Emilia-Romagna è stata sempre ben superiore alla media italiana, e nel 2017 soltanto il Veneto, il Trentino-Alto Adige e la provincia di Bolzano erano superiori.
Il Goal 2 (sconfiggere la fame) rileva per il nostro Paese informazioni come la produttività agricola, le superfici destinate a biologico, i fertilizzanti e i fitosanitari utilizzati, la buona alimentazione e la riduzione dell’obesità. Anche qui gli indicatori posizionavano nel 2010 l’Emilia-Romagna a 102,49 contro la media nazionale di quell’anno sempre uguale a 100, e nel 2017 è migliorata ulteriormente a 104,26 superata però da alcune regioni principalmente del Centro Italia.
Il Goal 3 (salute e benessere) vede la nostra regione leggermente scostata, sia nel 2010 (97,28 contro 100 di media nazionale) che nel 2017, a 97,42 e superata da varie regioni del Nord. Fra gli indicatori di questo Goal troviamo gli incidenti stradali, il fumo, la propensione all’attività fisica delle persone, il consumo di sostanze nocive. Si tratta perciò di un Goal che si riferisce anche ai comportamenti individuali, oltre che all’efficienza dei servizi sanitari.
Del Goal 4 (istruzione di qualità per tutti) abbiamo già detto le positività, l’Emilia-Romagna era nel 2010 a 106,18 (contro la media nazionale sempre pari a 100), è arrivata nel 2017 a ben 122,52 (media nazionale 112,15). Solo Trento, il Trentino-Alto Adige e, per pochissimo, il Friuli Venezia Giulia si attestano sopra la nostra regione.
Il Goal 5 (parità di genere) vede l’Emilia-Romagna nel 2017 a 109,35 contro una media nazionale pari a 106,19 anche se in leggero calo rispetto all’anno precedente, ma sempre in aumento rispetto al 2010 quando era a 108,49 (contro 100 della media nazionale). Ricordiamo che gli indicatori di questo obiettivo si riferiscono fra l’altro ai rapporti di femminilizzazione dell’occupazione (distinguendo le occupate con figli in età scolare da quelle senza figli), dell’imprenditorialità e del tasso di laureate.
Il Goal 6 (acqua pulita e servizi igienico-sanitari) vede l’Emilia-Romagna a 109,37 nel 2017 contro 108,85 nel 2010 contro una media nazionale che, occorre evidenziarlo, partiva con 100 nel 2010 per arrivare a 99,09 nel 2017, quindi in peggioramento. Anche qui sono solo Trento, Bolzano, il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta ad essere superiori rispetto alle performance della nostra regione.
Per quanto riguarda il Goal 7 (energia pulita e accessibile), l’Emilia-Romagna parte nel 2010 leggermente sopra la media nazionale, a 100,54 migliorando ulteriormente nel 2017 (103,72 contro una media nazionale di 102,78). Anche qui fra gli indicatori troviamo comportamenti oltre che l’efficienza dei servizi, e in particolare le famiglie che non si fidano a bere l’acqua del rubinetto.
Il Goal 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) vede l’Emilia-Romagna partire nel 2010 da 106,97 quindi ben sopra la media nazionale che in quell’anno, ricordiamolo, è sempre stata considerata pari a 100, e con un andamento a Sali e scendi arrivare nel 2017 a 103,70 e cioè in lieve peggioramento ma a fronte di una media nazionale precipitata a 96,03 principalmente per l’incidenza negativa del Centro e Sud Italia. Tra gli indicatori troviamo fra gli altri il tasso di occupazione giovanile, i giovani che non studiano e non lavorano, gli infortuni e l’occupazione irregolare.
Il Goal 9 si riferisce alle imprese (industrializzazione sostenibile), all’innovazione e alle infrastrutture resilienti; qui l’Emilia-Romagna nel 2010 era sopra la media (104,36) e ha chiuso il 2017 con un brillante 122,36 che la pone al primo posto in Italia, seguita soltanto da Lombardia e Piemonte che sono entrambe poco superiori a 120 con una media nazionale che è pari a 111,99 e che conferma il forte divario fra le regioni del Nord (media 111,43) e quelle del Sud (media 98,68 anche se, va detto, in trend di progressivo miglioramento rispetto agli 88,54 del 2010).
Per quanto riguarda il Goal 10 (ridurre le disuguaglianze), la serie storica parte dal 2004 e vede la nostra regione registrare anni più o meno favorevoli ma con un trend di sostanziale stabilità: era a 111,61 nel 2004 (media nazionale 103,52) , scesa a 109,39 nel 2010 (con la media nazionale di quell’anno sempre pari a 100), tornata a 111,15 nel 2017 (media nazionale 105,07). I principali indicatori si riferiscono qui al reddito, pro capite e familiare, e al rischio di povertà. Il Mezzogiorno evidenzia qui le performance peggiori, a 93,45 nel 2017 (era a 92,17 nel 2004).
Il Goal 11 (città e comunità sostenibili) vede l’Emilia Romagna partire sopra la media a 103,47 nel 2010 per arrivare a 105,82 nel 2017 contro una media nazionale di 101,67 (ricordiamo che nel 2010 il valore Italia è sempre pari a 100). Anche qui il divario fra Nord e Sud è considerevole: 107,72 contro 90,63 nel 2017. Fra gli indicatori troviamo la disponibilità di verde urbano, le difficoltà di collegamento (aree interne ecc.), le abitazioni sovraffollate o con problemi strutturali, i rifiuti conferiti in discarica.
Il Goal 12 (consumo e produzione responsabili) vede l’Emilia-Romagna partire nel 2010 sotto la media nazionale (97,87 contro 100) e chiudere il 2017 a 104,07 contro una media nazionale di 109,42. Fra gli indicatori, anche qui i rifiuti urbani e le modalità di conferimento (ma abbiamo appena avuto notizia che Ferrara è ora prima in Italia).
Non ci sono dati suddivisi per regione per il Goal 13 (lotta contro il cambiamento climatico), il Goal 14 (vita sott’acqua) e 17 (partnership per gli obiettivi), mentre il Goal 15 (vita sulla terra) vede la nostra regione scostata a 85,70 nel 2010 e a 83,30 nel 2017 contro una media nazionale rispettivamente di 100 e 93,73 con al top sempre Trento, Bolzano e il Trentino-Alto Adige a 123,17. Infine, del Goal 16 (pace, giustizia e istituzioni solide) abbiamo già accennato. L’Emilia-Romagna era nel 2010 in linea con la media nazionale a 100,20 mentre nel 2017 è scesa a 96,26 però con una media nazionale anch’essa in riduzione a 99,41. Fra gli indicatori di questo obiettivo, gli omicidi, i furti, le rapine, i detenuti in attesa di giudizio e la fiducia nel sistema giudiziario. Le performance migliori, ancora una volta, si registrano in Trentino-Alto Adige e nella provincia di Trento, entrambe di poco superiori a 111.
Nell’insieme, quindi, possiamo dire che l’Emilia-Romagna sta andando bene nel conseguimento degli obiettivi previsti da Agenda 2030, per la gran parte di questi si posiziona sopra la media italiana e si attesta fra le regioni in cima alle migliori performances nazionali.
(l’immagine è tratta da: http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/storie/ferrara/ferrara-citta-delle-biciclette-e-capitale-delle-due-ruote)