Una delle più antiche frottole che hanno inquinato svariati cervelli umani, talora anche dei sistemi filosofici, è che la Natura sia una realtà in equilibrio. E’ un’idea che ad esempio domina il pensiero di Erodoto, che vedeva un perfetto equilibrio nel rapporto tra predatori e prede e sottolineava che i predatori uccidono solo quel che gli serve per campare.
Un mito che ha molti secoli di storia.
Oggi lo sostengono anche alcuni che si professano ecologi, ma che non sono bene informati; secondo loro solo gli uomini si circondano di beni di consumo in misura maggiore del necessario, gli animali no.
La conclusione di questo ragionamento era ed è, ovviamente, che se l’uomo si tira da parte, la Natura si riporta in equilibrio da sola.
E’ invece ormai quasi un secolo che i veri scienziati non solo hanno evitato di considerare l’uomo come una cosa esterna alla Natura, un agente estraneo, ma hanno anche demistificato questo concetto di equilibrio. Tornando ai predatori, la verità è che i ragni, come i lupi, i leoni e molti altri vertebrati, talora uccidono più del necessario per tirare avanti. Non esiste in loro alcuna regola inconscia che gli imponga moderazione. Ciò che li modera è, piuttosto, la fatica di cacciare, o per dirlo più scientificamente, il bilancio fra le calorie introdotte mangiando la preda e quelle spese per acchiapparla, un bilancio facilmente avvertibile a livello muscolare.
E’ molto più corretto considerare la Natura non come equilibrio, ma come mutamento, ovvero come un sistema caotico in continuo movimento. Ciascun cambiamento, evidentemente, produce delle conseguenze, provoca quel tipo di reazioni che oggi vengono chiamati feed-back, positivi o negativi. Feed-back è un termine orribile, la traduzione letterale sarebbe contraccolpi, in questo contesto, ma permettetemi di chiamarle semplicemente reazioni. Le reazioni positive sono quelle dello stesso segno del mutamento, ossia che lo accelerano, quelle negative quelle che lo frenano. La fatica di cacciare è appunto una reazione di segno contrario alla predazione, negativa, e quindi modera la predazione stessa.
Nessuno può indovinare quante siano le reazioni positive e negative ad un mutamento, ma statisticamente può accadere che la risultante sia un pareggio, e che quel particolare tipo di mutamento si fermi (è forse questo l’equilibrio di cui si parla ?). Per modesti superamenti in un senso o nell’altro il mutamento avviene più lentamente oppure lentamente retrocede. La realtà è però che per certi mutamenti non si avvera alcun pareggio, nè rallentamento.
Anche per i mutamenti climatici (che ci sono sempre stati) sono stati individuati dei meccanismi del genere. Lo studio di carotaggi di ghiaccio dell’Antartide mostra svariati cicli di progressivo lento raffreddamento, interrotti da un rapido riscaldamento. Come se fosse scattato il termostato di un impianto di riscaldamento domestico.
L’effetto di una reazione di segno contrario al raffreddamento? Quale ? Non si sa.
Ma anche in questo caso non sarebbe lecito inneggiare all’equilibrio, perché certamente, nella parte restante del pianeta, nel frattempo saranno scomparse molte specie di esseri viventi, e ne saranno comparse di nuove. Per le prime non si può certo parlare di equilibrio.
Ma allora, dicono altri, è la vita che è equilibrio, perché sono comparse delle specie nuove. E lasciando la parola agli ottimisti ad oltranza, non ci sarebbe neppure motivo di preoccuparsi dell’attuale riscaldamento globale, perché prima o poi interverrà un termostato che ci riporterà alle condizioni attuali..
Si tratta evidentemente di un nuovo tipo di negazionisti del clima; un nuovo caso in cui diventa comoda la frottola che la Natura sia equilibrio.
Che intervenga un termostato è anche possibile, ma a questo punto a questo bisogna considerare due cose.
La prima è che, prima che quel termostato si attivi, la specie umana potrebbe essere scomparsa.
La seconda è che finora io non ho intravisto alcun termostato, non ho sentito parlare con convinzione di alcuna reazione di segno opposto all’attuale riscaldamento. Per qualche anno si è parlato di interruzione della Corrente del Golfo, ma vari studi mostrano che questo non basterebbe, o che addirittura potrebbe avere l’effetto di accelerare il riscaldamento. Certamente lo sta accelerando la fusione dei ghiacci, perché diminuiscono le superfici riflettenti del pianeta e favoriscono il riscaldamento dell’atmosfera dal basso.
Certamente lo sta accelerando la fusione del permafrost, perché aumenta l’effetto serra liberando grandi quantità di metano e di anidride carbonica. Tutte reazioni dello stesso segno del problema.
La cosa che preoccupa di più gli scienziati è poi la rapidità con cui stanno avvenendo questi fenomeni, che dimostra la forte disparità fra i due tipi di reazioni.
Resto in attesa di una risposta.
Magari anche una risposta che metta in gioco l’uomo, che potrebbe inventarsi qualcosa, diventare un agente attivo in senso contrario al mutamento. Se fa parte della Natura, è ora che ne divenga un soggetto responsabile.
(l’immagine delle mura di Ferrara è tratta da: www.cittadarte.emilia-romagna.it)