L’Associazione culturale Cds di Ferrara e il partner Movimento Federalista Europeo – sezione di Ferrara, hanno partecipato al Bando per la promozione della cittadinanza europea della Regione Emilia-Romagna con proprio progetto che è stato ammesso in graduatoria e finanziato.
Il progetto “Le politiche ambientali europee, palestra sperimentale di FEDERALISMO: AMBIENTE E SVILUPPO – TRE CASI in provincia di FERRARA” intende promuovere e promulgare tre esperienze attualmente in corso in provincia di Ferrara, a dimostrazione che nei settori chimico, agricolo e turistico possono essere svolte attività in cui sviluppo e ambiente si conciliano, accrescendosi reciprocamente. Le attività sono: Bonifica e riqualificazione del Polo Chimico, Consorzio Uomini di Massenzatica, Turismo slow nell’ambito della Strategia “Fare Ponti” di cui al Progetto Aree Interne Basso Ferrarese; in tali attività i soggetti protagonisti sono Regione, Enti e Comunità Locali, soggetti privati e collettivi, imprese e lavoratori, università e UE.
I tre casi che vengono proposti sono di rilevanza regionale ed europea e, nonostante ciò, poco noti nella stessa area di Ferrara; valorizzarli, farli conoscere soprattutto ai giovani e alla popolazione locale come buone pratiche trasferibili, non può che accrescere il valore dell’essere cittadini europei e di partecipare a questa grande esperienza che accomuna popoli che fino a pochi decenni fa non si conoscevano o che erano nemici.
In un momento storico in cui le Fake news superano – se non altro per frequenza – la conoscenza scientifica utile a far accrescere la cultura dei cittadini, le azioni proposte mirano ad una divulgazione capillare di come l’impegno per il rispetto dell’ambiente, soprattutto in ambito produttivo, sia la via in grado di generare ricerca, innovazione, sviluppo, salute e cultura.
Breve descrizione dei tre casi:
Bonifica del petrolchimico:
Il Polo chimico di Ferrara, denominato Stabilimento Multisocietario Petrolchimico, è situato nella porzione settentrionale del territorio del comune di Ferrara, in destra idrografica del fiume Po ed occupa un’area, di oltre 250 ettari.
In Italia sono oltre 12.400 i siti potenzialmente contaminati in attesa di bonifica, di cui 58 sono quelli che, a causa del conclamato stato di inquinamento con elevato rischio sanitario, vengono considerati aree sulle quali occorre intervenire prioritariamente con importanti azioni di bonifica: si tratta di quelle aree denominate SIN (Siti di Interesse Nazionale) in cui processi industriali sono stati dismessi o sono tuttora attivi o in cui sono avvenuti in passato incidenti con rilascio di inquinanti chimici o in cui sono state abbandonate ingenti quantità di rifiuti pericolosi. Nel dicembre del 1999 viene emessa la prima Legge in materia, il D.M. 471 che non solo protegge i suoli degli stabilimenti petrolchimici inquinati, ma ne impone la caratterizzazione del grado di inquinamento e la relativa bonifica. Il Petrolchimico di Ferrara diventa pioniere a livello nazionale e non solo, nell’individuazione dei criteri e delle regole scientifiche per l’applicazione di questa nuova Norma a favore dell’ambiente. La già stretta collaborazione tra le società coinsediate viene rinnovata nel 2001 dalla comune sottoscrizione di un Accordo con la Pubblica Amministrazione e sindacati per la riqualificazione del sito. Tra i vari temi in esso contenuti, si concorda un approccio unitario e comune delle aziende per la bonifica delle falde e dei terreni dello stabilimento allo scopo di renderlo fruibile per nuovi insediamenti e rispettoso dell’ambiente del territorio circostante. Sono molteplici e diversificate le tecnologie adottate in seguito per la bonifica di acque e suolo e variano in base ai tipi di inquinanti, alla loro concentrazione, allo stato delle aree e al tipo di matrice da bonificare.
L’opera di bonifica del territorio del Petrolchimico di Ferrara sta proseguendo tuttora con il costante controllo esercitato da Arpa e dal Comune di Ferrara, quindi dalla collettività, con una vasta area di territorio già risanato e rappresenta una eccellenza nel campo del rispetto dell’ambiente, soprattutto perché ha coinvolto in un unico progetto, caratterizzato da continuità, le aziende, le amministrazioni locali, i sindacati dei lavoratori e gli enti (ARPA) di vigilanza e controllo del Servizio Sanitario Nazionale.
Pertanto, esporre queste esperienze concrete di bonifica ambientale e di innovazione dei processi produttivi in un sito in cui un tempo le azioni antropiche hanno generato criticità, in parte presenti ancora oggi, significa dare evidenza alla ricerca, alle innovazioni tecnologiche, alla creazione di posti di lavoro nell’economia verde e trasmettere l’impegno attuale per l’ambiente e per le riconversioni verso la green economy. Quindi: no fake news ma conoscenze scientifiche e crescita culturale delle persone.
Consorzio Uomini di Massenzatica – CUM
Il Consorzio Uomini di Massenzatica è una proprietà collettiva le cui origini risalgono al Medioevo, oggi giuridicamente riconosciuta dalla Repubblica italiana con la legge n.168/2017. Istituito in Consorzio nel 1894 costituisce, per il Delta del Po, un riferimento per la cura e la salvaguardia del bene comune “paesaggio”. Nel tempo ha saputo anteporre il senso di comunità e fratellanza alla crescita individuale, consolidando la propria capacità imprenditoriale attraverso il costante controllo idraulico ed il lavoro della terra, contrastando lo sfruttamento intensivo dei suoli e valorizzando il capitale sociale. Dal 2010 promuove azioni di sensibilizzazione e di ricerca applicata, pratiche agricole innovative, contrasto allo spopolamento e coesione sociale, per tramandare il bene comune alle future generazioni. Attraverso la condivisione di un nuovo “patto di Paesaggio” è portatore di valori di sostenibilità, di giustizia e appartenenza, espressione delle molteplici identità dell’Europa e delle sue comunità.
Il Consorzio, con il progetto: “Tra terra e acqua, un altro modo di possedere. Agricoltura, impresa sociale, paesaggio e sostenibilità per uno spazio identitario in continuo divenire: l’esperienza del Consorzio Uomini di Massenzatica” ha vinto il Premio Nazionale del Paesaggio 2019 e attualmente è candidato italiano al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2018-2019 – CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO.
IL Consorzio da anni sviluppa anche un rilevante impegno con le scuole, con le università e con operatori del territorio in linea con l’art. 6 della Convenzione Europea del Paesaggio, ha contribuito attivamente allo sviluppo di attività di sensibilizzazione nei confronti dei valori del paesaggio favorendo, allo stesso tempo, sviluppo sociale e crescita delle comunità locali. La testimonianza di tale contributo è dimostrata dal sostegno, anche economico, di attività di formazione sui temi del paesaggio come bene comune, rispetto della natura, valori della terra attraverso pubblicazioni divulgative e progetti di educazione alimentare (tra i quali: “Vivere con le piante”, 2002; “Un Viaggio nei racconti della fattoria”, 2018), sostenendo le spese per l’introduzione di laboratori didattici nelle scuole primarie, dove ogni anno il Consorzio consegna ai bambini nelle scuole locali un giovane albero a simbolo del legame tra uomo e ambiente. All’attività di sensibilizzazione si affianca un costante impegno nel promuovere la didattica e la ricerca, in collaborazione con le Università di Ancona, Ferrara, Padova Udine e Trento, sulle tematiche del diritto, della pianificazione sostenibile e consapevole dei territori locali, sulla conservazione dell’agro biodiversità locale, workshop e laboratori “en plein air” svolti nei Corsi di Tecnica Urbanistica, per riflettere sulle reciproche relazioni tra insediamenti rurali e paesaggio produttivo, e nei Corsi di Arboricoltura (UNIVPM) per la formazione di figure tecniche e professionali di alto profilo sui temi della biodiversità e servizi eco-sistemici. Si investe inoltre sulla formazione degli operatori locali, aderendo a corsi di sensibilizzazione verso i valori del territorio (formazione Psr Emilia Romagna, Catalogo Verde, 2018-19): “Innovazione gestionale a favore di un’agricoltura sostenibile e crescita competitiva dell’economia rurale locale”, incardinati su:
– Valori paesistico ambientali del territorio agrario. MAB Unesco e Parco del Delta del Po. “Paesaggio” come valore europeo e locale;
– Agricoltura e gestione sostenibile di aree vaste. Mantenimento della fertilità del suolo, gestione dei bacini idrici, fertilità e nutrizione – contrasto alla salinità dei suoli
– Strumenti e metodi per la valorizzazione delle produzioni e delle gestioni dei territori rurali; metodo delle reti d’impresa, della cooperazione e delle filiere; denominazioni territoriali; certificazioni e controlli; responsabilità ed etica, qualità e tutela del Paesaggio e delle produzioni.
Fare Ponti – Area Interna del Basso Ferrarese: Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo lento.
Si promuove la strategia delle Aree Interne, finanziata con fondi SIE (fondi strutturali di investimento europei), che coinvolge l’Area Interna del Basso Ferrarese con Comacchio e due Unioni di Comuni: l’Unione Terre e Fiumi, che include i comuni di Berra e Ro (ora divenuti “Riva del Po”), Formignana e Tresigallo (ora divenuti “Tresignana”), Copparo (e che registra l’uscita del Comune di Jolanda di Savoia) e l’Unione Delta del Po, che associa Codigoro, Mesola, Goro, Lagosanto e Fiscaglia (con quest’ultimo a sua volta nato nel 2014 dalla fusione dei Comuni di Massa Fiscaglia, Migliaro e Migliarino).
Pochi sono i luoghi al mondo che vantano un livello di riconoscimenti internazionali come la città di Ferrara e il territorio della sua provincia. Questo breve tratto di 50 chilometri con una superficie di 2000 chilometri quadrati, concentra in sé ricchezze culturali, ambientali, paesaggistiche, architettoniche e storiche che rendono il Patrimonio della parte orientale della provincia un vero e proprio forziere ancora da valorizzare appieno, ma che già si fregia di attribuzioni universali quali la doppia nomina UNESCO per il Centro Storico della città Rinascimentale (1995) e per il Paesaggio Culturale del Delta del Po (1999) nonché il riconoscimento MAB UNESCO come Riserva Uomo e Biosfera (2015) . Su queste basi e da questi presupposti muove l’idea generale: apprendere, educare, attualizzare, condividere e cooperare per mettere a frutto, promuovere e far veicolare quindi attivare, in ambito locale e internazionale, le ricchezze a disposizione del territorio “di mezzo” come elemento collante tra la Città Estense e il Mare Adriatico con il sistema deltizio. Occorre far nascere un processo che insistendo sull’unicità del luogo prepari queste terre, i suoi abitanti, le nuove generazioni ed i visitatori ad un cambio epocale di paradigma. Le stesse linee guida dettate dall’UNESCO per la gestione dei siti hanno spostato il focus dal concetto di Piano di Gestione a quello di governance, per indicare un nuovo stile di governo caratterizzato da un maggior grado di cooperazione orizzontale e di integrazione tra sfera pubblica e attori non-statuali all’interno di reti decisionali miste pubblico/privato.
Ogni caso verrà presentato in iniziative specifiche e dedicate nel corso del mese di novembre con la partecipazione come relatori dei “soggetti attuatori ”, invitando i cittadini direttamente coinvolti.
A dicembre si svolgerà l’iniziativa conclusiva a Ferrara col coinvolgimento di docenti competenti nelle discipline di volta in volta interessate, nonché di relatori esterni.
Sia nella fase di progettazione che nell’attuale di esecuzione sono pienamente coinvolti i soggetti locali protagonisti e attuatori delle tre esperienze e il Professor Aurelio Bruzzo del Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara.
(l’immagine è tratta da: https://europa.eu/european-union/about-eu/symbols/flag_it)