“L’art. 5 rappresenta, tra i principi fondamentali della Costituzione, uno dei più salienti. Tuttavia, si tratta di una delle disposizioni costituzionali che vede un alto divario tra le potenzialità insite e l’effettiva attuazione. L’art. 5 delinea, innanzitutto, il principio di unità e di indivisibilità, per poi evidenziare che le autonomie possono costituire uno strumento prezioso di realizzazione e di rafforzamento del principio democratico, visto come garanzia della tutela dei diritti fondamentali. Alla Costituente, l’idea di autonomia si esprime come esigenza di rafforzare l’efficienza dell’organizzazione statale, nella piena consapevolezza che le fratture economiche e sociali possano ricomporsi a livello istituzionale. L’incompleta attuazione del principio autonomista ha acuito le differenze tra i vari territori, il tutto aggravato dalla mancanza di una sede centrale rappresentativa delle realtà locali e di composizione dei conflitti. La richiesta da parte delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna di attuare le previsioni dell’art.116, terzo comma, della Costituzione, ha evidenziato il rischio, più che l’opportunità, di dare vita ad un “regionalismo asimmetrico”, che non è sinonimo di differenziato, già sperimentato, con luci e molte ombre, dalle Regioni a Statuto speciale. Le Regioni promotrici sostengono di rispondere meglio, in questo modo, alle preferenze locali per la fornitura di beni e servizi pubblici e per l’attività di regolazione, tenendo conto delle profonde differenze dal punto di vista demografico, socio-economico e territoriale. Inoltre, si ritiene che un processo di concorrenza verticale tra livelli di governo per l’attribuzione di funzioni in forma asimmetrica possa garantire la verifica di chi tra il livello nazionale e regionale è più efficiente nel rapporto costo/prestazioni, evitando di costringere le Regioni più avanzate, in termini di capacità istituzionale ed amministrativa, ad essere vincolate da quelle più in ritardo nel percorso di decentramento, favorendo un meccanismo di concorrenza orizzontale, oltre che verticale, tra livelli di governo.
La questione fondamentale è legata alle risorse. L’asimmetria nella distribuzione delle competenze richiede, ineludibilmente, una asimmetria nelle modalità di finanziamento.”
(l’immagine è tratta da: www.cittadarte.emilia-romagna it)